Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
Sono un grande estimatore di questa pellicola: ebbi l'occasione, nel lontano 1981, di assistere alla proiezione di questo film in una gloriosa sala cinematografica che ha purtroppo chiuso i battenti da molti anni. Fatta questa doverosa premessa, cari utenti, vi descrivo la mia analisi tecnica qui di seguito...allora: è fuori discussione che il grande Castellari abbia attinto a pie' pari dal grande classico di Spielberg e dal successivo sequel diretto da Jeannot Szwarc (basti notare l'assalto all'elicottero), cittadina balneare presa di mira dal mostro assassino, le autorità locali che si oppongono agli eroi della situazione (James Franciscus e Vic Morrow), regata di windsurf messa a soqquadro, con tanto di barca a motore letteralmente catapultata, con giudice di gara a bordo (Ennio Girolami, fratello del regista) dall'enorme squalo! È lui il vero protagonista della storia, a mio modesto avviso. È doveroso sottolineare quanto il budget ridotto abbia negativamente influito sulla realizzazione degli effetti speciali, che vengono comunque mantenuti ad un livello accettabile, se si visiona il film senza grosse pretese. Lo squalone ruggente è simpatico, "fa" la sua parte sufficientemente e, per colmare parte dei limiti di azione dell'animatronic in oggetto, Castellari decise di estrapolare, probabilmente senza autorizzazione, clip da documentari piuttosto famosi, su tutti "Uomini e squali" di Bruno Vailati, sequenze nelle quali vengono riprese diverse specie di squali. Tornando allo squalo protagonista di questa pellicola, anche se definito dai due protagonisti come grande bianco e disprezzato da appellativi appositi (assassino bianco / morte bianca) è in realtà un MEGALODONTE, lo evidenzia James Franciscus, descrivendo l'animale al gruppo di pescatori presenti in sala, nella sequenza a sfondo didattico di proiezione delle diapositive, esprimendosi in questi termini: "si tratta di una specie che si riteneva estinta, la sua lunghezza dovrebbe essere sui 12/15 metri..."
La recitazione degli attori si mantiene su livelli decisamente buoni, alcune sequenze nella parte finale sono davvero risibili (la peggiore è quella dello squalo che, affiorando a pochi metri di distanza dal figlio del sindaco, in acqua anch'esso, si sofferma a fissarlo con le fauci spalancate, quasi gli fosse venuta una paralisi), ma tutto sommato si tratta di difetti accettabili, se, come avevo già scritto in precedenza, si visiona il prodotto con misura: insomma, ci si può divertire, tutto sommato il film scorre in maniera discreta senza annoiare più di tanto lo spettatore.
La chiusura della celebre bega legale avviata dalla Universal contro i produttori italiani, con in mezzo il caro regista Enzo G. Castellari, all'epoca dei fatti,ebbe conseguenze spiacevoli : "L'ultimo squalo", durante la prima settimana di programmazione nelle sale statunitensi , fece registrare incassi da record, ma la situazione idilliaca, ahimè, venne presto stroncata, in quanto la causa venne vinta dai capoccioni americani, con conseguente ritiro e bandimento del nostro glorioso B-movie dal mercato Usa. È divertente ed in un certo qual modo soddisfacente, notare che il successivo "Lo squalo 3-3D" targato Universal, venne realizzato, sotto la regia di Joe Alves, scopiazzando su carta carbone dalla sceneggiatura de "L'ultimo squalo"(sfacciatissima la sequenza di uccisione della bestia, nel finale)! In conclusione, un'ottimo B-movie nostrano, molto apprezzato, tra l'altro, da un cineasta di oltreoceano d'eccezione, ovvero Quentin Tarantino, grande estimatore del film di Castellari.
Personalmente, ne consiglio la visione ad ogni appassionato di Shark-movies.
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