Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
Cinema bis realizzato per sfruttare il successo del film di Spielberg, girato magistralmente da Enzo Castellari e calorosamente accolto dal pubblico, tanto da sollevare le preoccupazioni della Universal, detentrice dei diritti del film Lo squalo.
In una località costiera della Georgia, South Bay, si sta preparando una regata di windsurf quando un ragazzo, durante le esercitazioni, scompare nelle acque del mare. Peter (James Franciscus), scrittore esperto di squali, sospetta che il giovane possa essere finito vittima d'aggressione da parte di uno di loro e prende contatto con un cacciatore di pescecani, che rinviene i resti della tavola da surf contrassegnata dai morsi di un enorme squalo bianco. Le autorità vengono avvertite, ma il politico in corsa per la candidatura di sindaco rifiuta di sospendere la regata, al fine di evitare un danno economico dovuto alla sospensione della manifestazione.
Dato il discreto successo riscontrato al botteghino dal film di Castellari (durante la lavorazione, spacciato come Lo squalo 3), l'Universal Pictures (titolare dei diritti del film originale) causa una serie di grane legali alla produzione del film. Questo fatto, da solo, può rendere l'idea delle eccezionali capacità del regista, alle prese con un low budget che arriva a far concorrenza ad un kolossal. A detta di Dardano Sacchetti, inizialmente coinvolto in una versione dello script poi non realizzata, la sceneggiatura sarebbe originariamente opera di Vincenzo Mannino (non accreditato). Il film ripropone in quasi identica maniera la vicenda del più celebre film di Spielberg, rinforzandola con effetti gore di altissima qualità (a dispetto del budget) e con una splendida colonna sonora dei fratelli De Angelis. Il cast in perfetta parte e un un ritmo che mai cala di tono, contribuiscono a farne un ottimo esempio di riuscito cinema bis.
"Eccomi così a sognare squali e a pensare alle loro enormi fauci munite di molte file di denti e capaci di troncare un uomo in due. Sentivo già perfino una fitta ai fianchi." (Jules Verne)
F.P. 23/01/2020 - Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su Il davinotti
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