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Lighea

Regia di Carlo Tuzii vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lighea

di zombi
7 stelle

un racconto d'atmosfera. fantastico, avvolto nelle nebbie di una televisione pubblica che osava nella fola di tempi bui già abbastanza lontani, sulla figura di un intellettuale avvolto in un'aura di misterica leggenda. carlo borrega, siciliano trapiantato a torino lavora alla stampa, ma non conclude nulla, se non  abbandonarsi tra le braccia di una carnalità sfrenata. un giorno per caso incontra e fa la conoscenza di rosario la ciura e la redazione lo obbliga a concludere un'intervista con l'intellettuale, pena un futuro incerto all'interno del giornale. gli incontri tra i due conterranei diventano sempre più frequenti e il professore si affeziona al giovane tanto da chiamarlo a casa sua e abbandonarsi ad un preciso ricordo della propria giovinezza. i due non potrebbero essere più diversi, ma il professore nonostante la sua nota avversità al prossimo, soprattutto contemporaneo ai foschi anni in cui si svolge la storia(pieno fascismo), si affeziona al giovane forse vedendo nella sua passionalità alla vita e alle gioie del sesso, ciò che lui stesso visse in una torrida estate di tanti anni prima. fervido appassionato di antichità classiche e greche, il professore racconta di quando ritiratosi nella solitudine di una casa prestata da un amico, in una isolatissima caletta, nel pieno dei suoi immersivi studi, un giorno incontrò una sirena. il racconto è avvolto nella amorevole luce e fotografia di ricordi meravigliosi in cui il professore ora anziano, si sta immergendo. così come quando si immergeva nelle cristalline acque della sua amata sicilia, e nel contempo disprezzata per i difetti delle sue genti, dalla quale si allontanò senza mai più farvi ritorno. l'incontro col giovane giornalista, entusiasta della vita, di cui disprezza apertamente la facilità dei suoi incontri sessuali, lo porta comunque a fare i conti con una parte di sè che aveva forse volutamente dimenticare. il suo attaccamento quasi morboso al tanto amato mondo antico, lo porta a disprezzare il mondo attuale, corrotto e perverso, disprezzando la stessa carnalità che lo legò per diversi giorni nella sua giovinezza a quella creatura mitologica. la sfrenata curiosità dei lettori e la pressione della dittatura, che desiderava un'adesione del professore per ammantarsi di rispettabilitò, spinge il professore a fare un viaggio all'estero e a chiedere al giovane borrega di accompagnarlo. in ritardo, perso tra le voluttuose forme della sua fidanzatina, il giornalista giunge comunque in tempo sulla nave, solo per assistere alla sparizione del professore tra la spuma  delle onde di quel mare che gli aveva regalato giorni così fantastici.

la televisione di quegli anni regala, come in altre occasione, piccole perle di fantastico, disciolte nella rispettabilità di talenti spesso consumati altrove in prodotti più commerciali. la sospensione del racconto è ben resa dai flashback, dalle voice over e dalle dissolvenze, e in un'ora tuzii e gli sceneggiatori riescono a rendere adeguatamente l'immersione del giovane giornalista in un mondo così antico, diviso tra fatti accertati e fatti sognati. sappiamo che le sirene non esistono, ma sappiamo anche che il professore si è gettato scientemente tra le braccia di una di queste creature, per allontanarsi e sfuggire a tempi che non gli appartengono e non gli si confanno. 

bello e consigliato.

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