Regia di Alex Van Warmerdam vedi scheda film
Considerato che nel cinema non c'è più nulla di inventare e, che, nel bene e nel male, sullo schermo è passato praticamente di tutto, non si può non rimanere piacevolmente sorpresi quando capita di imbattersi in un film come "Schneider vs Bax" dell'olandese Alex Wanderdam, capace di rinfrescare un genere depresso come la commedia, innestandolo su una struttura apertamente sbilanciata sul versante del thriller. Nel film, girato interamente nel paesaggio lagunare e acquitrinoso della campagna olandese, si racconta di due killer a contratto, che a loro insaputa, e con false informazioni, vengono incaricati di uccidersi a vicenda. A dispetto del compito, le difficoltà di portarlo a termine non derivano dalla corretta applicazione delle strategie criminali, quanto piuttosto dalla presenza di una serie di personaggi (tra questi è possibile annoverare tra gli altri, nonni degeneri, figlie nevrotiche e amanti occasionali) che, per pura casualità, si ritrovano a interferire con le missione omicida dei due rivali. L'efficacia del film deriva soprattutto dalla qualità di una sceneggiatura capace di amalgamare i meccanismi della comicità e dell'ironia con quelli del ritmo e della tensione, e di mantenere alto la sensazione di straniamento prodotta da quel connubio attraverso lo scarto esistente tra la mentalità razionale e metodica dei due hit men e le caotiche improvvisazioni degli altri personaggi.
Senza considerare il divertimento conseguente dal contrasto tra il privato di Schneider e Bax, cadenzato su caratteristiche di assoluta routine e quello per così dire pubblico, relativo appunto, alle peculiarità del loro mestiere, e di cui il regista si diverte a cogliere il lato più ironico; come dimostrano i siparietti in cui Schneider risponde amorevolmente alle telefonate della moglie e nel contempo si adopera per eliminare il malcapitato di turno. Certo, non siamo di fronte a novità assolute ("L'onore dei prizzi" di John Houston e "Mr. & Mrs. Smith" della coppia Pitt e Joli avevano già intrapreso questa strada) ma sul piano dei risultati il film di Van Warderman si piazza sicuramente ai primi posti. E, non è certo un caso, se la parte più debole del film sia proprio quella in cui il film rinuncia alla sua formula, organizzando una resa dei conti che si dimentica di prendersi in giro e che in qualche modo attenua l'originalità di quanto abbiamo appena visto. Detto questo il film di Alex Van Wanderdam si segnala per un posto nel palmares finale ed è già pronto per un remake hollywoodiano.
(pubblicata su ondacinema.it/speciale 68 festival di Locarno)
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