Regia di Gianni Franciolini vedi scheda film
Nina tradisce Piero con Michele; quest'ultimo fa il pilota e muore in un incidente. Ma un meccanico del defunto viene a conoscenza della segreta relazione tra i due e prende a ricattare la donna.
Questa pellicola potrebbe candidarsi suo malgrado a film sul cosiddetto femminicidio, ante litteram: nel 1951 il tipo di significato che la sceneggiatura recava con sé era tutt'altro, ma guardandolo oggi da una prospettiva ribaltata, ovvero considerando la protagonista nient'altro che una vittima indifesa dei soprusi e delle violenze degli uomini che la circondano, tutto sembra avere molto più senso. Nina tradisce il marito, con cui ha un rapporto ben poco soddisfacente (il divorzio all'epoca non esisteva in Italia), viene ricattata da un aguzzino, è costretta a ricorrere alla prostituzione pur di non rivelare al marito la vergogna di aver avuto un altro e, infine, viene freddata a revolverate come un criminale o peggio ancora come un animale, come insomma una creatura della cui vita ci interessa relativamente; memorabile al limite della mitologia la battuta di chiusura messa in bocca al marito-killer: “È mia moglie”, dice l'uomo, portando via il cadavere, ai curiosi che hanno assistito al fatto, dando in tal modo una soddisfacente giustificazione dell'omicidio e declassandolo anzi a una mera banalità, un piccolo litigio tra coniugi conclusosi nella maniera necessaria. Impressionante. Se il soggetto proviene da un romanzo di Marco Praga, La biondina, il copione vede le firme di ben cinque sceneggiatori di tutto rispetto: Antonio Pietrangeli, Giorgio Pastina, Edoardo Anton, Gian Paolo Callegari e, soprattutto, Alberto Moravia; i tempi cambiano più in fretta di quanto si pensi, d'altronde, e una storia melodrammatica di ieri può facilmente diventare un atto d'accusa oggi, mutando la reazione dello spettatore dalla lacrimuccia all'indignazione (fondamentale sarebbe adottare sempre il metro di giudizio relativo al momento storico in cui accadono i fatti – ma questo è un altro discorso, d'accordo). Amedeo Nazzari e Alida Valli sono l'ottima coppia sullo schermo, con la partecipazione nel cast anche da parte di Jean-Pierre Aumont, Vittorio Sanipoli e Giovanna Galletti; la produzione Ponti-De Laurentiis è buona, Gianni Franciolini un regista popolare né eccellente, né disastroso. 4/10.
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