Regia di Gianni Franciolini vedi scheda film
Un bel melodramma da un soggetto letterario di Marco Praga, d'ambientazione milanese perfetta e insuperabile nella sua autonoma bellezza.
Qui intriso di cinico fatalismo e sulla scia dei grandi successi matarazziani del periodo, da qui la non casuale e riconoscibilissima scelta del protagonista maschile in Amedeo Nazzari (ma c'è anche come co-protagonista Jean Pierre Aumont, e non so se mi spiego), e anche se Franciolini non sia di certo bravo quanto Matarazzo o Lattuada e Cottafavi e il film stesso non è rimasto come uno degli esempi più fulgidi dell'amato filone, grazie ad una protagonista assoluta veramente divina e bravissima - commovente e al contempo leggera e dalla scarsa empatia umana iniziale, come Alida Valli, la quale nonostante una bellezza fin troppo abbacinante interpreta alla perfezione il racconto del film-, esso si staglia e si eleva da ogni residua e contingente mediocrità di fondo.
Ben oltre la descrizione di quel che possono essere le aduse e abusate inquietudini di una moglie borghese annoiata e appesantita nell'animo, dalla routinaria e passiva vita matrimoniale della buona borghesia, in una nebbiosa cinta periferica meneghina. La quale compirà adulterio, come ancor soleva si dicesse, tradendo il marito che lavora all'Alfa Romeo di Arese come tecnico del reparto squadra corse automobilistiche, sempre frequentando i circuiti come l'autodromo di Monza, nel quale sono ambientate alcune interessantissime sequenze
Tratto dal romanzo di Marco Praga, “La Biondina”.
Notevole l'apporto e la cura alle scenografie e alla cura di ogni minimo dettaglio degli arredamenti, da parte di Flavio Mogherini.
Splendido come sempre, l'apporto di Vittorio Sanipoli, nel ruolo del villain ricattatore, Augusto.
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