Regia di Andrea Jublin vedi scheda film
Banana è un ragazzino pre-adolescente, sovrappeso e un po' goffo, ma dotato di un incrollabile ottimismo che lo porta ad affrontare problemi e obiettivi (dal gioco del calcio alla conquista della più bella compagna di classe) apparentemente irraggiungibili con un entusiamo encomiabile. Ma quando la strada è impervia è più facile cadere; come fare a rialzarsi e proseguire?..
Banana è un'opera che si occupa dei ragazzi guardandoli ad altezza d'occhi, non dall'alto in basso.
Il ritratto del protagonista è eccezionale, perché si fonda non solo sulle azioni concrete, ma soprattutto su quella quota di ansia e aspirazioni e soprattutto su qulle fantasie tipiche dell'età, che tendono a dipingere quasi una realtà parallela per quanto altrettanto credibile.
Il tono di fondo è leggero: vi sono tutta una serie di piccole gag (niente di memorabile) così come anche piccole e grandi crudeltà tipiche di quella età su cui però non si ha l'intenzione di drammatizzare.
Viene però espressa bene l'inquietudine dei ragazzi del cercare una propria identità e dimensione che possa condurli alla (temporanea?) felicità.
Tra gli adulti emergono soprattutto la figura della severissima professoressa di Lettere che sfoga col sadismo professionale la sua depressione, mentre all'interno della famiglia i genitori ormai sono delle macchiette che ripetono all'infinito le proprie battute.
Non è un'opera eccezionale questa di Andrea Jublin (qualcuno segnala come migliore il suo corto precedente Il Supplente), ma presenta un bel casting, una buona recitazione e un buon ritmo narrativo; e merita senz'altro una visione.
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