Regia di Javier Fesser vedi scheda film
Protagonisti di una striscia di fumetti ideata dallo spagnolo Francisco Ibáñez intorno agli anni ’60, i due detective imbranati e pasticcioni Mortadelo e Filemón vorrebbero essere una sorta di versione popolare e scanzonata del ben più noto duo Sherlock Holmes e John Watson, sempre impegnati a risolvere in maniera spesso del tutto casuale casi polizieschi di poco conto, e in cerca di una grande occasione che li ricopra di gloria.
Simili di aspetto, tanto da sembrare fratelli, allampanati, calvi, sgraziati, e altrettanto similari nel carattere, distratti, brontoloni, fanfaroni, sebbene Polpetta sia quello più sognatore con maggiori aspirazioni da grande eroe e Mortadello il più pratico e ragionevole, i due per quanto non se ne rendano conto, non hanno grandi qualità investigative, ma la loro agenzia, la T.I.A., non ha di meglio al suo servizio e deve affidare proprio alla disastrosa coppia il caso del furto di una cassaforte che conterrebbe un preziosissimo documento. Il ladro è il geniale pazzoide Jimmy lo Sguercio, che non esita a coinvolgere nel suo piano un violento e irascibile ex galeotto Tranciamuli, intenzionato a vendicarsi proprio di Polpetta, reo di averlo fatto condannare a 15 anni di prigione. Inizia così una caotica girandola di inseguimenti e colpi bassi dal ritmo indiavolato che ricordano un po’ lo stile beffardo e sarcastico dei Looney Tunes, tra momenti puramente parodistici, alterazioni corporali e gag fisiche in quantità, esplosioni, marchingegni sempre più complicati, situazioni portare all’inverosimile per il gusto dell’esagerazione, tutti elementi di distrazione di fronte a cui la trama si perde e si dimentica.
Prodotto dal sapore irriverente e dalla fattura volutamente grottesca, sicuramente molto diversa da tutto il resto contemporaneo, che però non lascia molto dopo la visione.
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