Regia di Derek Cianfrance vedi scheda film
Melodramma affascinante e all'antica incentrato su un desiderio di maternità impossibile, reso disponibile da circostanze fortuite. La famiglia come aspirazione ed il senso di colpa che annienta e devasta. Cianfrance dirige bene una prima parte concitata ed affascinante, lasciandosi poi fuorviare da un epilogo troppo edulcorato e di maniera.
VENEZIA 73 - CONCORSO
Gli strali devastanti della Prima Guerra Mondiale riaffiorano ovunque nelle ferite e nelle menomazioni degli ex combattenti e nelle decimation che vedono spesso i genitori trovarsi senza figli. In ex militare in congedo accetta il posto di guardiano di un farò x sei mesi in sostituzione del precedente, esonerato in seguito ad una grave crisi nervosa.
L'uomo desidera ritirarsi in solitudine e la vita solitaria su uno scoglio perduto tra i mari dell'oceano australe non lo spaventano.
Prolungato il periodo per altri tre anni, l'uomo sposa una giovane benestante e la porta con sé sul farò.
La difficoltà a portare a termine ben due gravidanze genera crisi esistenziali soprattutto da parte della mancata madre.
Un giorno una barca alla deriva restituisce un corpo morto e quello ancora vivo di un neonato. Segno del cielo e del destino: la donna convince il marito a trattenerlo come proprio.
Ma, scoperta per caso la famiglia del neonato, al padre innaturale iniziano a salire sensi di colpa devastanti che lo inducono ad autodenunciarsi e a procurarsi una condanna a morte.
Affascinante già solo dal lavoro che il protagonista sceglie ed accetta di svolgere, il mestiere solitario del guardiano del faro, La luce degli oceani è un melo' riuscito soprattutto nella sua concitata ed estasiata prima parte, che si prende il tempo necessario per creare i presupposti opportuni alla nascita di un amore assoluto. Poi si lascia ingannare da intenti cartolineschi che ne affievoliscono la carica e la tensione, nonostante il regista scelga ad un certo punto di tornare indietro e raccontare per sommi capi la storia sfortunata dell'altra coppia che si contende la piccola trovatella.
Il voto di Rachel Weisz è perfetto ad esprimere il dolore per una perdita che porta alla follia.
Fassbender granitico e fedele ai propri rimorsi è molto bravo a calarsi nel trauma psicologico dell'uomo che non può tacere. Alicia Vikander non è mai apparsa così in parte come in questo struggente ruolo di madre.
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