Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Ridley Scott, volenti o nolenti, è uno dei grandi cineasti di oggi. Il suo Cinema è sempre confezionato splendidamente e quando si tratta di fantascienza, il nostro va a nozze. In questo kolossal marziano, graziato da una modernità nell'uso del mezzo visivo a livelli straordinari, non tutto, però, gira per il verso giusto. Le quasi due ore e mezza faticano a dipanarsi in maniera fluida e interessante, la tensione è poca e Scott si perde fra molta estetica, quasi come in "Gravity" di Cuaròn, che però era un film nettamente peggiore. C'è uno sfarzoso uso della tecnologia e il buon Matt Damon, buona la sua prova, vi danza dentro a ritmo della musica dance degli anni settanta. Ma, appunto, levato tutto il contenitore, rimane una storia stiracchiata che si prostituisce in uno spot enorme per la NASA e per la patata, intesa come tubero. Certo, non poteva essere altrimenti, i soldi sono americani e gli americani, in queste cose, vincono sempre, ma si fa sempre più fatica, almeno questo è ciò che capita a me, a mandar giù certe situazioni e, soprattutto, certi finali di pellicola. Si avrebbe voglia, nonostante l'idea filmica non la contempli affatto, che dal deserto marziano sbucassero i vermi di "Dune" o che, da dietro una roccia, spuntasse una famiglia di alieni in gita premio, tanto per vivacizzare la trama e far tintinnare tutte quelle perline colorate che Scott ci propina. Così non è. Si sbadiglia un poco e si arriva alla fine, scontatissima. Tutta apparenza, poca sostanza.
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