Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Ridley Scott piazza un altro colpo. Il regista britannico dosa perfettamente gli ingredienti per l'ennesimo capitolo di successo della sua filmografia. The Martian è equilibrato e ben gestito in ogni sua parte. Un prologo veloce ed efficace, dove il protagonista (un buon Matt Damon) si ritrova catapultato in solitudine una situazione di isolamento e sopravvivenza, una seconda parte in cui le enciclopediche conoscenze del nostro trovano empatica complicità con la base-terra (e gli spettatori), una terza, dove si sviluppa la messa a punto di un piano di recupero dell'astronauta lasciato solo, e la quarta, l'azione finale con cui i suoi compagni di sventura tornano indietro a recuperarlo. Quattro segmenti narrativi in cui non mancano micro-colpi di scena, un pizzico di intrigo politico-diplomatico, l'opinione pubblica e i media sullo sfondo, la scienza (molta, documentata e spiegata mai in modo eccessivamente didascalico) e la necessaria dose di fantasia e avventura. Un goccio di leggerezza in alcune trovate: il genio e sregolatezza del risolutore dei problemi e autore del piano di salvataggio del disperso, la disco-music del comandante della missione, i dialoghi tra colleghi, i toni dissacranti e il linguaggio scurrile di certe mail, l'epilogo alla Iron Man e le mani alzate dei corsisti aspiranti viaggiatori dello spazio. Personaggi di contorno ben delineati e calibrati e qualche spunto per ripensare il nostro quotidiano. Tutto giusto insomma. Quanto basta per appassionare, coinvolgere, evadere, divertire e tifare per il lieto fine. Al Mark Watney che vuol tornare a casa ad ogni costo siamo indissolubilmente legati perchè rappresenta ognuno di noi: il genere umano col suo inesauribile istinto di restare attaccato alla vita. Anche lassù non siamo soli. Cinema popolare, ok, ma assolutamente ben fatto, con mestiere, abilità, intelligenza e professionalità.
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