Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
L’eccedenza è un difetto, piuttosto fastidioso, riscontrabile nelle pellicole di Tarantino. L’ho associata sempre alla smania di fare cinema che, molto probabilmente, lo induce a “farsi prendere troppo la mano” tanto da non riuscire a “darci un taglio” nemmeno in fase di montaggio. Vedere questo film è stato piuttosto faticoso: la prima visione l’ho interrotta dopo una ventina di minuti poi, mi ci sono rimessa a costrizione e con il necessario impegno poco stimolante, almeno per i successivi quarantacinque minuti poi, ho capito che, in realtà, la mezz’ora di eccesso che in Django Unchained era alla fine, qui la troviamo come incipit prolisso che racconta l’incontro tra gli otto del titolo e, anche se può sembrare strano, il bello arriva proprio quando il racconto si concentra tutto in una stanza. Suspense, inquadrature ad effetto e trama scorrevole e coinvolgente con un paio di flashback impostati ad hoc. Il resto è sangue e proiettili ma sappiamo che Tarantino fa western per poter sfogare più liberamente la sua fantasia macabra (non che in altri film di diverso genere non o faccia). Jennifer Jason Leigh è suprema, bravi anche Jackson e soprattutto Russell ma Tim Roth che imita Waltz poteva anche essere contenuto. Sommariamente un buon film ma Quentin ha fatto sicuramente di meglio, molto di meglio…
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