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The Hateful Eight

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su The Hateful Eight

di hupp2000
6 stelle

Formalmente perfetto e pieno di trovate efficaci, ma con una sceneggiatura che lascia a desiderare. Si lascia vedere, ma non è il miglior Tarantino

Quando le aspettative sono molto elevate, la delusione si fa cocente. Dopo il magnifico “Bastardi senza gloria” e il pur valido “Django unchained”, Quentin Tarantino scivola secondo me sulla classica bucia di banana, realizzando un film accuratissimo sul piano della regia, ma carente su quello della sceneggiatura. Direzione degli attori, montaggio, ritmo e fotografia rasentano il virtuosismo e lo spettatore viene inchiodato sulla poltrona, nell’attesa di sviluppi altrettanto coinvolgenti. Dopo una lunga e indovinata presentazione degli otto personaggi del titolo, invece, l’autore sceglie un taglio narrativo che rimanda ai meccanismi tipici dei romanzi di Agatha Christie. I protagonisti sono in realtà tutti legati tra loro da vicende anteriori che man mano si svelano per approdare ad una carneficina finale di dubbio gusto, lunga, girata sopra le righe, in un contesto “gore” e al limite del grottesco. La stessa recitazione degli attori, accattivante nella prima parte del film, passa in secondo piano per far posto ad un frenetico susseguirsi di immagini certamente spettacolari e a colpi di scena a ripetizione che finiscono con il creare una specie di ingorgo visivo. Siamo molto distanti dall’ironia, dalla spudorata originalità e dall’agilità narrativa di “Bastardi senza gloria” (2009), che resta per me il capolavoro di Quentin Tarantino, ma anche dall’incalzante vicenda raccontata in “Django unchained” (2012). Forte del meritato successo ottenuto con queste due pellicole, ho avuto la sensazione che l’autore si sia lasciato andare ad una sorta di autocompiacimento nel riproporre uno stile cinematografico infarcito di gustose citazioni, trovate spiazzanti e invenzioni talvolta geniali, che ne assicurano il marchio di fabbrica. A quest’ultimo contribuisce volontariamente la colonna sonora firmata da Ennio Morricone. Un tema di alta classe all’inizio del film, due canzoni di buon livello, ma il Maestro mi è sembrato costretto a consegnare il minimo indispensabile, pochi minuti di musica in tutto, solo per aggiungere una griffe al prodotto confezionato. Temo che, se si aggiudicherà l’oscar per la migliore colonna sonora originale 2016, si tratterà più di un riconoscimento onorario che di vero e proprio merito. Come è noto, Morricone ha fatto di meglio. 

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