Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Film del regista Pulp: Quentin Tarantino, che ripercorre alcuni temi trattati nei precedenti film in una sola stanza o poco più. Si parla di fiducia, vendetta, orgoglio, dialogo, menzogna, giustizia, negri e bianchi.
E' facile notare che non è una novità per questo regista girare un film in una sola stanza, ovviamente parlo de Le Iene, il suo primo capolavoro, come in quella pellicola si parla di dare fiducia alle persone giuste, durante il film ci fa dubitare di tutte le persone presenti nella stanza, questo è dovuto anche alla necessità di mentire nella vita: tematica citata dal maggiore Warren a tavola.
Questo è un film che parla di negri (nigger) e in quanto tale non può che farmi pensare a Jackie Brown (film di risposta alla critica mossa da Spike Lee contro la parola nigger) e Django Unchained. Come in quest'ultimo film si cita la guerra di secessione americana, inoltre la scena in cui il veccho generale preso dall'orgoglio prende in mano la pistola mi ha riportato in mente l'ultima scena in cui il dottor Shultz utilizza la sua pistola mosso dal suo orgoglio e da un pensiero più grande.
La scena del vecchio generale inoltre è una scena di vendetta, si può affermare infatti che il generale, con il suo gesto suicida, vendichi suo figlio in quanto uccide l'unica persona a conoscenza della verità e che avrebbe potuto evitare la distruzione del palo nero di Warren: quando sento la parola vendetta non posso far altro che pensare a Kill Bill.
Inoltre in questo film ci sono: una persona nascosta, un'importante lettera che brilla illuminata dall'unico misterioso raggio di sole in una bufera e un bagno inutilizzato. A me sembra di ricordare che in Pulp Fiction c'era una persona nascosta che usciva all'improvviso sparando ma mancando i bersagli, un'importante valigetta che brillava di luce propria di cui mai si verrà a sapere il contenuto e una serie di persone che andando in bagno muovono la storia: in questo film Tarantino ha mantenuto questi 3 elementi ma la persona nascosta non mancherà il bersaglio, scopriremo il contenuto della lettera e la storia si muoverà senza che nessuno entri nel bagno nella stalla.
Ma il regista sarà capace di imparare anche dai suoi colleghi oltre che dalla sua storia?
Vi siete accorti che questo film si basa su molte parole inutili e pochi fatti rilevanti? Io sì e ho anche visto alcuni film di Polanski e tra questi c'è Carnage: l'umanità si fonda sulla parola, sul dialogo e sulla menzogna.
Tanti loschi individui rinchiusi dentro una prigione, tra cui una vera iena, il vecchio generale descrive con questo aggettivo il cacciatore di taglie interpretato da Kurt Russell; ma questo grande attore mi sembra abbia già interpretato una vera iena rinchiusa in una prigione, ovviamente si sta parlando di 1997 Fuga da New York: cos'è la giustizia? Chi siamo noi per giudicare questo mondo fatto di parole e bugie?
Mi sembra inoltre di aver già visto Abraham Lincoln scrivere delle lettere in due film di Steven Spielberg: Salvate il Soldato Ryan e Lincoln; in quest'ultimo film questo importante presidente, nella lettera, mente per salvare i negri; qui un negro cerca di salvare se stesso con la menzogna: scrivendo proprio una lettera firmata Abraham Lincoln.
Tutto questo accade mentre suona una musica piena di tensione scritta da Ennio Morricone, in mezzo alla neve, in una casa in cui non c'è fiducia perchè almeno una persona non è chi dice di essere; l'importante non è chi sopravviverà ma chi morirà per ultimo: un negro o un bianco?
Questa è la domanda che pone allo spettatore Tarantino in questo film ma che era già stata posta da John Carpenter nel film La Cosa: un film horror avvolto dalla musica piena di tensione scritta da Ennio Morricone, ambientato in mezzo alla neve in una casa in cui non c'è fiducia perchè almeno una persona non è chi dice di essere!
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