Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Ottavo lungometraggio, ottava dichiarazione d'amore di Quentin Tarantino nei confronti del cinema.
Si potrebbe parlare di tante cose riguardo The Hateful Eight…
Si potrebbe parlare della tanto decantata versione deluxe in pellicola 70mm (mera operazione di marketing? O c’è dell’altro?).
Si potrebbe parlare della colonna sonora di Ennio Morricone, la prima interamente originale usata in un lungometraggio del cineasta americano, che regala un’overture memorabile.
Si potrebbe parlare di una prima parte i cui dialoghi, seppur funzionali, magari possono risultare (in certi frangenti) meno brillanti rispetto al solito.
Si potrebbe parlare di una seconda parte a dir poco folgorante, che regala alcuni momenti e inquadrature da storia del cinema.
Si potrebbe parlare dei caratteri magistralmente scritti e interpretati da attori più che a loro agio, tra i quali spiccano, oltre al solito Samuel L. Jackson, il sorprendente Walton Goggins e la stratosferica Jennifer Jason Leigh.
Si potrebbe parlare della riuscitissima contaminazione tra western, giallo e thriller.
Si potrebbe parlare di quanto sia un film estremamente (e volutamente) politico.
E si potrebbe parlare dell’usuale, nonché divertita e sentita, enorme quantità di citazioni e omaggi, che qui premia in maniera più evidente La Cosa di John Carpenter (ma non solo, anzi).
Dunque, come detto, si potrebbe parlare di tante cose riguardo The Hateful Eight…
Tuttavia, ciò che conta davvero, almeno per il sottoscritto, è come Quentin Tarantino riesca a far trasparire, ancora una volta, tutto il proprio amore (sincero e sconfinato) nei confronti del cinema, inteso in ogni suo aspetto…
e tanto basta.
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