Regia di David Gordon Green vedi scheda film
"All'ultimo voto", titolo sicuramente più abbordabile e credibile di quello originale: "our brand is crisis" ovvero "il nostro marchio è la crisi. David Gordon Green, famoso per aver girato "Undertow" e qualche altro interessante ritaglio cinematografico, mette in tavola del materiale nuovo scritto da Peter Straughan e ci lavora, e ci lavora anche bene. Materiale difficile da trattare nel cinema quello della politica: rischioso e troppo esposto alle critiche. Ma David sicuramente lo sa già. E cosa fa? Si fida consapevolmente di Straughan mettendo in scena fedelmente quello che lui scrive. Coinvolgente il modo in cui la sceneggiatura passeggia tra una ripresa e l'altra, elegante e pura riesce a farsi spazio tra spudoratezza e mancanza di lealtà che è parte dominante della storia. Entusiasmante e "doppio", il film si concede senza pretese. Il contemplante è un burattino gidato da una "mano invisibile". Mano che c'è ma non si vede è quella di George Clooney nel ruolo di produttore, scelto o autocandidato non si sa ancora.
Billy Bob Thornton fermo e affidabile nella sobrietà del copione, modesto nella sfrontatezza di esso. Sandra Bullock brillante, depressa al punto giusto e decisamente più sexy del solito in ruoli pressochè privi di garbo e severi.
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