Regia di Woody Allen vedi scheda film
Su questo discusso film di Woody, aggiungo la mia non fondamentale opinione, per chi la vuol leggere...
In una cittadina dell’East Coast è arrivato per insegnare filosofia nella locale università il professor Abe (Joaquin Phoenix).
Non più giovanissimo, belloccio, Abe si porta addosso (oltre a qualche chilo di troppo) la fama del gran seduttore: in ogni caso le donne lo notano da subito, forse perché ha l’aspetto del bel tenebroso, che, a quanto pare, piace sempre.
In realtà egli è davvero un po’ ombroso e tormentato: non ha risolto i propri problemi esistenziali né riesce a trovare risposte nel suo Kant, nonostante proprio l’etica kantiana sia l’oggetto del suo corso universitario. Si direbbe anzi che che il grande di Königsberg col suo imperativo categorico non faccia altro che aggravare la sua crisi, arrivando a condizionarne il comportamento persino tra le lenzuola: le donne non gli mancano, ma come amante sta diventando un disastro
E se lasciasse perdere Kant? In effetti non da un filosofo, ma da Dostoevskij – che strano! – sembra arrivargli qualche risposta: forse anche Abe, come Raskolnikov, troverà nel delitto, questa volta senza castigo, il modo per riappropriarsi di sé, tornando a vivere pienamente senza tormentarsi oltre, come accade ai vampiri che possono sopravvivere solo attingendo, dal sangue dei viventi, la propria linfa vitale.
Il film diventa un giallo, quasi un thriller: è la storia della preparazione e dell’esecuzione di un delitto assolutamente perfetto, da parte dell’insospettabile e stimato professore, commesso il quale egli diventerà quell’amante perfetto che le donne desiderano….
Eppure proprio una delle sue adoranti studentesse (non particolarmente brillante, quanto a conoscenze filosofiche) lo avrebbe smascherato
Nutro qualche dubbio che un insegnante di tal fatta, che non sembra distinguersi per acutezza e profondità del pensiero, affascini sul serio le fanciulle benpensanti che frequentano le università periferiche dell’Impero, per quanto ingenue le si possa immaginare. Certo, questo prof. è Joaquin Phoenix…
Non dirò altro, se non che il film mi pare muovere nel solco delle ultime opere di un Woody Allen che non smette di interrogarsi tormentosamente sui temi filosofici, morali ed esistenziali che gli sono cari; i riferimenti all’etica kantiana, invece, sembrano una forzatura, non meno caricaturale delle confutazioni di Jill (Emma Stone), la sua innamorata studentessa.
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Il "che strano!" ovv.te (?) lo intendo in senso umoristico/paradossale (chi, più "filosofo" del caro Fedor?).
Non concordiamo, in generale, ma ciò conta poco, pagina utile e piacevole, la tua, rimane.
Del resto, lo stesso Allen, primariamente, in risposta a un commento di Philip Roth (a latere: amico trentennale di Mia Farrow), che qui non riporto, dice: "Sono d'accordo su un punto: niente di ciò che ho fatto testimonia di un travaglio intellettuale, io non ho niente dell'intellettuale e non ho mai tentato di esserlo... Sono un comico di night club divenuto cineasta... Quando Roth dice che i miei personaggi non vivono la vera vita, forse ha ragione. Quando scrivo dei film, mi sforzo di essere bizzarro e non di riprodurre il vero stile di vita della gente."
Ovviamente, Matteo: hai inteso benissimo.Anche i personaggi di PH. Roth - adorabile scrittore, per me - vivono nella finzione letteraria proprio come quelli di Woody vivono in quella cinematografica.
Grazie del tuo generoso giudizio_ Conta poco, davvero, essere d'accordo. Ciao
Allen e Roth sono entrambi giganti: vederli "litigare" fa un poco dispiac... No, in realtà mi diverte molto :)
Diciamo che Roth in campo letterario ha da sempre messo in scena l'elemento autobiografico, letterale (i Fatti, Patrimonio) o parafrasi-metaforizzato, con maggior evidenza (anche a suo scapito... Ma se n'è ito prima del MeToo...) rispetto ad Allen in quello cinematografico (poi arrivò Apropos of Nothing).
"Ma se n'è ito prima del MeToo..."
Vero, ma ci ha rimesso il Nobel e non è poco...Si è risparmiato le amarezze del Me Too? Chi può dirlo, ormai? Forse i due "litiganti" si sarebbero confortati, lasciando perdere Mia Farrow... Ciao.
A memoria, credo abbia fatto in tempo ad assistere agli skandalettih dell'hakkademiah, anche se da mo', per lui, "To tell you the truth, I’m done".
Amaro passaggio del testimone. Woody, per adesso, non demorde! Ciao Matteo.
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