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Irrational Man

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Irrational Man

di Tato88
8 stelle

Oh, Ohh! Ok, parliamo di Woody Allen. Da una decina d'anni a questa parte è entrato nel suo terzo periodo artistico (il primo era quello demenziale, il secondo quello della commedia brillante dove introdusse anche i primi elementi drammatici) che ancora stenta a trovare una definizione precisa a causa della sua identità altalenante. Alternando quasi programmaticamente un film magnifico ad uno mediocre (col punto più basso, aihmè, in "To Rom with Love"), sembra in generale iniziare a mostrare nelle sue sceneggiature qualche segno di stanchezza (ma giammai a livello produttivo. Sforna un film all'anno...), ma chi come me si è avvicinato al mondo del cinema anche grazie ad Allen non riuscirà mai a bocciarlo fino in fondo, per una questione di affetto. Ebbene, "Irrational Man" sembra coniugare le due tendenze del "Maestro di nessuno" (disse nel suo libro/intervista: "Non sono umile a tal punto da negare di piacere alla gente, ma non sono stato di ispirazione per nessuno. Nessuno tenta di imitarmi. Sono un vicolo cieco del cinema").

La vicenda inizia come il più tradizionale dei suoi film, con un professore di filosofia depresso che propina lezioni sugli autori più nichilisti della storia e che si invaghisce di una sua studentessa mentre contemporaneamente inizia a frequentare una collega. La vicenda prosegue con un susseguirsi di episodi molto stanchi, privi di ironia ma decisamente già visti (molte volte) nella filmografia del regista, al punto che stiamo per domandarci perché abbia deciso di raccontare questa storia. Siamo già pronti a classificarlo come una delle sue pellicole più anonime, quando verso la metà del film avviene un episodio (assolutamente casuale) che fa prendere alla vicenda una svolta inaspettata e fenomenale. E che qualcosa bolliva in pentola potevamo già sospettarlo da qualche indizio che il bravo cinefilo non potrà non notare: la marcata assenza della tradizionale musica jazz durante i titoli di testa, una scena in cui si parla della roulette russa che fa mancare il respiro, e lo stesso Woody che prende coscienza della sua recente ripetitività facendo ammettere al protagonista (un bravo Joaquin Phoenix) che tutti questi discorsi filosofici non sono altro che "masturbazioni mentali".

Ci troviamo di fronte, per certi versi, ad un film molto hitchcockiano che chiede chiaramente di essere accostato al più blasonato "Match Point". Cosa sarebbe successo se l'anello fosse caduto nel fiume? Alla fine è sempre questione di fortuna (intesa come fato), su cui l'uomo non ha alcun controllo. Ma Woody non ci rifila di nuovo la lezioncina sulla pallina da tennis che rimbalza sulla rete. Non usa musica classica con timbri profondi per far emergere la natura malefica e il bestiale istinto di sopravvivenza dell'essere umano. Non dice ai suoi attori di mantenere lo sguardo vacuo e asettico affinché la fredda fotografia giudichi per lui le scelte dei loro personaggi. No, Woody stavolta decide di viaggiare su binari insicuri e di sperimentare una regia che è all'opposto del film del 2007. Fotografia bella calda e satura, musica costantemente allegra corredata di applausi (immagino sia la conversione diretta di un suo LP personale) e attori sorridenti anche nella tristezza (e come al solito lasciati a loro stessi). E come già detto, si gioca il tutto per tutto con un incipit che lascia inizialmente perplessi.

Se nel complesso "Irrational Man" sia un film da tre stelline e mezzo, lo faccio salire a quattro per via del coraggio dimostrato da Woody, che alla venerande età di 79, decide ancora di sperimentare e di rischiare (riuscendoci).

 

P.S.

Sempre nel suo libro/intervista Woody afferma che di recente non va più al cinema. “Ho perso la passione. Non c’è più nessun autore che aspetto con ansia come quando ero giovane. Non uscirà più nessun film di De Sica, di Truffaut…”. Penso che sarà davvero triste il mondo quando non potremo più aspettare un film di Woody Allen.

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