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Tutti vogliono qualcosa

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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La recensione su Tutti vogliono qualcosa

di mc 5
5 stelle

A pochi giorni dalla visione dell'ottimo "Conspiracy" rieccomi alle prese con un caso controverso. In quella sede mi piacque assai un film vilipeso dalla critica. Stavolta mi è accaduto l'esatto contrario. Questo film non è che sia piaciuto ai critici, no, lo hanno proprio ESALTATO; in parecchi (giuro) hanno tirato fuori il termine "capolavoro". Ora, io dopo una prima visione sconcertata (proprio per questa diffusa esaltazione) ho deciso di rivederlo e...diciamo che la mia posizione di totale contrasto si è per certi versi ammorbidita. Pur continuando il sottoscritto a non capacitarsi di cotanto incontenibile entusiasmo. Ma qui c'è una doverosa premessa da fare. Ed essa implica una spudorata ammissione d'ignoranza (mia). Il regista di quest'opera si chiama Richard Linklater (per inciso anche sceneggiatore) e dicono (i critici paludati lo dicono, e io non ho motivo di dubitarne) che sia un cineasta davvero speciale che film dopo film (e ne ha realizzati parecchi) ha costruito una sua visione dell'America. Ho anche letto di una sua opera ("Boyhood", che non conosco) che pare sia il suo "film della vita" e di cui dicono meraviglie, tra l'altro mi si dice che egli vi abbia coinvolto -a livello credo produttivo- anche Ethan Hawke). Insomma per farla breve pare che si tratti di un cineasta col pedigree. E io -lo ripeto- da ignorante, non ne sapevo nulla. Ma -ciò detto ed ammesso- non è che io adesso per questa lacuna mi debba impiccare. Ed è quindi ovvio che, se da un lato mi fido dell'entusiasmo di tutta la critica, tuttavia mi vedo costretto a giudicare questo film in sè, senza farmi influenzare in postivo dalle supposte doti del signor Linklater. Perchè il film in sè è poco più di una cazzatina. Esile, miserello. senza nervo, debole come un fuscello, se volete aggiungo anche stupidino mica poco. Voi capite che è imabarazzante vedere un film scarso come pochi ma diretto da un tizio che molti definiscono un Maestro. Ma voglio andare ancora più a fondo, verso il cuore del problema. La critica (se ho ben capito) argomenta che il film è così com'è, VOLUTAMENTE scontatello e già visto, proprio perchè (a dire di chi se ne intende) dietro c'è tutto un sapiente lavoro in cui Linklater ha investito in ironia, sarcasmo, giocosità, affetto, tenerezza, passione e qualche altra decina di cose che io ho faticato a percepire. Figuratevi che (sentite questa!!!) un critico ha evocato persino un ipotetico "Porky's visto da Rohmer". E di fronte a tale estrosa definizione io non posso che restare senza parole. Ho citato Porky's anche perchè l'humus culturale è quello, non si scappa. L'ambiente è quello dei ragazzoni del coillege, maschilisti ad oltranza, cultori unicamente del corpo e dello sport, ignoranti come capre ma tanto tanto "americani dentro". Ora, a me è parso che Linklater esprima verso costoro uno sguardo teneramente affettuoso (non c'è mica niente di male anche se io li vedo solo come emeriti cazzoni) mentre la suddetta critica paludata evoca un visione consapevolmente critica dell'America, insomma sostenendo che Linklater ci mostra la realtà e poi sta a noi farci un giudizio. Bah. Poi ho una'altra riserva di cui nelle critiche "impegnate" nessuno ha parlato. Guardate bene che questi bei ragazzoni tutti figa birra sport e spinello, io mi ci gioco le palle che, una volta laureati, indosseranno giacca e cravatta da yes men e voteranno Trump (o comnunque sicuramente repubblicano. (Siamo all'America che piace a Judd Apatow: spinelli e gnocca ma alla fine si torna sempre al focolare con la mogliettina e i frugoletti. Fanculo Trump, fanculo questa visione bigotta e reazionaria, se mi è concesso un piccolo sfogo). Se non conoscete questo film (è uscito in non moltissime sale ma sta incassando bene solo perchè i pischelli si aspettano dal titolo e dai manifesti una roba da bimbominkia), sappiate cosa aspettarvi: le giornate al college da vitelloni di questi fanatici del baseball (lo praticano quasi come professione). sempre a caccia di gnocca e attaccati alla birra come a nient'altro, col prevedibile corollario di scherzi demenziali continui. Porky's, appunto (che vi dicevo?). Poi vabbè qui il cerchio si chiude perchè ricominciamo da capo, che la critica ci parla di un cineasta intelligente blablablabla. Com'è il cast? Lasciamo perdere. Ognuno è chiuso (chiusissimo) nel proprio stereotipo. La coppia protagonista è tanto caruccia (sè, vabbè). Gli amici del college secondo certo pubblico non fatico a pensare che saranno super simpatici. Io. al contrario, li manderei ad asfaltare le autostrade. Sono stato molto duro. eppure -pur senza affatto pentirmene- mi faccio una domanda. Se questo film racconta un universo così cazzone, perchè quando i ragazzi entrano in un locale dove suona un gruppo punk (un pò alla Fleshtones, grosso modo) ho avvertito una scossa benefica? Allora la mie radici rock'n'roll le condivido con quei cazzoni del college che mi stanno sul culo? Domanda imbarazzante. Preferisco non risponder(mi).

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