Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Un dramma ambientato in un ambiente selvaggio ed ostile. Nell'America Settentrionale di inizio XIX Secolo, un gruppo di cacciatori di pellicce finisce nei guai a causa dell'ostilità dei nativi, ed un membro del gruppo, ferito dall'aggressione di un orso, finisce per essere abbandonanto al proprio destino. Nonostante le precarie condizioni di salute, riesce a sopravvivere e, infine, ad ottenere vendetta. L'interesse è tenuto vivo nell'attesa dell'epilogo, che lo spettatore si attende tanto cruento, quanto intenso è stato il dolore arrecato al protagonista da uno dei membri della spedizione. La vendetta non è però il tema centrale del lungo racconto. il vero antagonista del personaggio ottimamente interpretato da Leonardo Di Caprio è l'ambiente che lo circonda, composto da un natura selvaggia, flagellata da eventi atmosferici estremi, spietata nei confronti delle forme di vita che ospita. A ciò si aggiunge un contesto sociale estremamente frammentato. I pochi frequentatori umani (cacciatori, militari francesi, nativi americani) di tale ambiente sono in competizione fra loro; il tutto rende estremamente difficile la sopravvivenza del protagonista, costretto ad ogni espediente, anche macabro, pur di concludere il suo ritorno in terre ospitali. Il film dà conto ottimamente della portata di questa lotta per la vita raccontandola con estremo realismo, non nascondendo alcun dettaglio, e concedendo tanto spazio alla descrizione dell'ambiente, quanto alle emozioni del protagonista, la cui vittoria si concreta infine nel riuscire a divenire parte di essa. A ciò è dovuta la lunga durata del film; il regista non pone l'accento su lunghe sequenze d'azione, che pure non mancano; quanto su paesaggi, maestosi ed inquietanti allo stesso tempo, eventi e personaggi (il solitario che offre aiuto al protagonista; un gruppo di indiani alla ricerca di una donna rapita) che testimoniano l'estrema precarietà dell'esistenza nell'ambiente rappresentato.
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