Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
La vicenda del "trapper" ferito ed abbandonato dai suoi compagni di ventura, che riesce a rimettersi in piedi e dare la caccia a coloro che l'hanno tradito era già stata portata sullo schermo da Richard Sarafian con "Uomo bianco, và col tuo dio", interpretato da Richard Harris e John Huston, nel 1971. Il romanzo "Revenant" è uscito nel 2003, scritto da Michael Punke, e Alejandro Gonzales Inarritu ne ha tratto un film che riprende il libro parzialmente: fin dalle prime sequenze, il regista messicano conduce lo spettatore in piani sequenza serrati, fluidi e coinvolgenti, con un incipit che agguanta subito il pubblico, con una scena di battaglia memorabile. Candidato autorevole alla prossima cerimonia degli Oscar, con 12 nominations tra cui miglior film, regia, attore protagonista ( Di Caprio) e non protagonista (Hardy), "Revenant" è un'epopea furiosa sulla lotta per la sopravvivenza, che può far regredire allo stato animale, quasi, e che comunque tiene a sottolineare la linea che separa la crudezza dalla crudeltà. Per tutto il film, la regia rimarca che c'è differenza tra chi è violento per non soccombere, e chi si lascia andare alla gratuità dell'infierire per pura cattiveria, sia bianco o indiano. Ci sono scene che non sarà facile dimenticare, vedi l'aggressione del grizzly al protagonista, di un realismo agghiacciante, quelle oniriche dei deliri durante i momenti di maggior sofferenza, e l'intento di compiere la propria vendetta e saldare i patti con le cose irrisolte porta avanti, pur tra molte peripezie, il cammino di Glass, il personaggio interpretato da Di Caprio, che si sottopone ad un calvario attoriale notevole: benissimo, anche, figurano il subdolo cacciatore di pelli Tom Hardy, e l'emergente Domnhall Gleeson nei panni del retto capitano Henry. Forse una ventina di minuti in meno avrebbero innalzato ulteriormente il livello del lungometraggio, comunque ottimo, però ci si ritrova a ripensarci più volte, a visione terminata, ancora affascinati dalla grande forza visiva ed emotiva dell'opera.
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