Far west. Jo, abile baro soprannominato Gentleman per i suoi modi educati, arriva in un paesino al confine con il Messico. Qui il tutore della legge, suo fratello Vidal, fatica parecchio a tenere a bada le incursioni di banditi messicani. Quando Vidal viene assassinato, a Gentleman Jo non rimane che la via della giustizia personale.
George Finley è lo pseudonimo dietro cui abitualmente si cela Giorgio Stegani, mestierante della serie B del cinema nostrano. Più attivo come sceneggiatore, diresse anche qualche pellicola fra i Sessanta e i Settanta, quando insomma una regia (o più d'una) non si negava a nessuno. Gentleman Jo... Uccidi è l'ennesima riproposizione del canovaccio standard del filone spaghetti western: cattivi al di sopra della legge - ingiustizia - vendetta personale spietata; la sceneggiatura è firmata dall'esperto del genere Jesus Balcazar, ma francamente non ha granchè da dire. Indubbiamente, già nel 1967 in cui questa pellicola esce, il western all'italiana ha esaurito la fantasia: decine e decine di titoli prodotti sostanzialmente a catena di montaggio e con budget sempre più ridotti avevano usurato in tempi rapidi il genere, con l'unica attenuante (più che sufficiente a prolungare il fenomeno) di ottenere quasi sempre apprezzabili riscontri di pubblico in sala e, conseguentemente, ritorni economici adeguati, anche mantenendo costi di produzione bassi, bassissimi o infimi. Qui il buono della situazione è Anthony Steffen, all'anagrafe Antonio De Teffè, assiduo frequentatore del far west nostrano, ma interprete molto, molto modesto; al suo fianco compaiono tra gli altri Eduardo Fajardo, Vidal Molina, Silvia Solar e Benito Stefanelli: certo non un cast eccellente. Anche il ritmo è altalenante e la violenza - bene o male che sia - non è tanta. La colonna sonora è di Bruno Nicolai, con la supervisione di Ennio Morricone: anche da questo punto di vista ci si poteva aspettare qualcosa di più. 2/10.
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