Regia di Giampaolo Lomi vedi scheda film
In un paesino siciliano il barone Leopoldo sta per convolare a nozze con la cugina. Ma Leopoldo è improvvisamente diventato impotente; il dramma si risolve però con facilità all'arrivo in paese di una procace ragazzetta danese.
Turi Ferro, Andrea Ferreol, Aldo Fabrizi, Vittorio Caprioli, Umberto Spadaro, Leopoldo Trieste, Ira von Furstenberg e Jacques Weber: i titoli di testa creano delle aspettative, subito smentite però dalle animazioni di scenette pecorecce che accompagnano i nomi degli interpreti (c'è persino un tizio che conficca per scherzo una spada nell'ano di un altro tizio, non è chiaro per quale motivo la gag dovrebbe risultare divertente); e in effetti I baroni conferma quanto i titoli in apertura promettono. Cioè una pellicola leggera, a un passo dall'erotico, dalla comicità discutibile e con una serie di attori bravini/bravissimi sulla scena; per Fabrizi in particolare è una delle ultime partecipazioni sul grande schermo e colpisce il fatto che il suo precedente ruolo fosse in un lavoro di tutt'altra risma e ben maggiori ambizioni, quale C'eravamo tanto amati (Ettore Scola, 1974). Gian-Paolo (!) Lomi, così accreditato nei titoli, è alla sua prima regia 'in solitaria', dopo aver co-diretto con Edoardo Mulargia il deludente Al tropico del cancro (1972); risulta anche co-autore del soggetto insieme a Domenico Calandruccio, unica firma sulla sceneggiatura. Dopo I baroni le tracce di Lomi nel cinema si perdono; presumibilmente il film nasce con la sola idea di cavalcare l'onda del successo popolare (di botteghino sicuramente più che di critica) della coeva commedia scollacciata e regionale: francamente però I baroni può essere ricordato solamente per il cast artistico e poco altro. In quel poco si metta la briosa colonna sonora 'siculeggiante' di Daniele Patucchi. 2,5/10.
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