Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Una nobildonna di mezza età decide di lasciarsi andare alla vita mondana e accetta i corteggiamenti di uno spasimante; sarà la giovane figlia a riportarla in sé.
Come e più di tanti altri film, questo L’ultimo ballo è invecchiato davvero male: già si tratta di una commediola di per sé di scarsa consistenza; per di più – come imponeva di fare il regime fascista all’epoca – la storia viene ambientata in Ungheria (proviene effettivamente da un testo teatrale dell’ungherese Ferenc Herczeg) per non ‘urtare la sensibilità’ del pubblico italiano; e inoltre gli argomenti trattati sono oggi più che mai lontani dall’essere addirittura credibili. Il fatto che per una donna adulta (sulla quarantina, all’incirca) sia sconveniente divertirsi e farsi corteggiare in pubblico, per esempio, agli occhi di uno spettatore del ventunesimo secolo pare sconcertante; ma a pensarci bene già a uno o due decenni dalla sua uscita la vicenda poteva suonare antiquata, obsoleta. Nessun dubbio in ogni caso sulla confezione della pellicola, nelle mani di un regista attivo da pochi anni, ma già sufficientemente rodato come Camillo Mastrocinque, che ha a disposizione validissimi collaboratori tecnici (fotografia di Arturo Gallea, musiche di Ezio Carabella, montaggio di Gino Talamo, scenografie di Alfredo Montori) e, soprattutto, un cast artistico ben assestato per quel periodo: Elsa Merlini (nel duplice ruolo di madre e figlia), Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa, Nerio Bernardi, Nando Tamberlani, Margherita Bagni, Renato Cialente. Un’ora e mezza senza pensieri, con un finale moraleggiantemente lieto; alla sceneggiatura hanno collaborato Sergio Amidei e Giacomo Debenedetti, ma sui titoli compare solo il nome del primo a causa delle infami leggi razziali (Debenedetti era ebreo) volute dal Duce. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta