Regia di Christopher McQuarrie vedi scheda film
I quattro precedenti capitoli di Mission Impossible erano senz'altro interessanti per le differenze registiche fra l'uno e l'altro capitolo, infatti fra i vari registi che si sono prestati a questa serie figurano anche pezzi da novanta come De Palma e Woo, che a dire il vero non ne sono usciti tanto bene dalla prova blockbuster, ma che senz'altro hanno dato la loro riconoscibile impronta al franchise. Arrivati a questo quinto capitolo le redini vanno in mano a Christopher McQuarrie, mente dietro a I soliti sospetti di Bryan Singer e solido regista, che già aveva dato una buonissima prova in Jack Reacher. Anche in questo film spiccano una buona regia e fotografia (le scene al teatro con sotto Nessun dorma, quella nella cisterna sotterranea dei metadati dove Cruise a momenti, ovviamente a momenti, ci lascia le penne e l'inseguimento in Marocco pieno di citazioni al primo Mad Max), quindi l'intrattenimento di buona fattura è garantito, siamo ad anni luce dagli abomini di Michael Bay & company. E allora, direte? come mai questo tono così cauto? per il semplice fatto che McQuarrie non si limita a realizzare un bel film d'intrattenimento, ma sente il bisogno di costruire una trama dai connotati importanti a confine con lo spionaggio politico - campanello d'allarme, siamo ad hollywood - indovinate un po', il tutto viene banalizzato e i buoni, i trionfatori, sono i bravi ragazzi della CIA. In conclusione un buon film d'intrattenimento, che sarebbe stato ancora più buono se non avesse cercato di arrampicarsi chissà dove, dato che non è nelle sue possibilità riuscirvi.
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