Regia di Edgar Pêra vedi scheda film
Una sorta di remake del Dracula 1931 (versione "notturna" spagnola). Girato in bianco e nero ma con una tecnica avanzata e pertanto d'impatto per il contrasto generato tra la moderna regia e il contesto vintage. Eccezionale il reparto sonoro, valorizzato da effetti acustici curatissimi e tonalità vocali particolarmente d'effetto.
Partendo da Lisbona, un ispettore scolastico (Marcos Barbosa) dopo un viaggio in carrozza tra impervi sentieri raggiunge uno sperduto villaggio del Portogallo, per un controllo su voci allarmanti circa le stranezze di comportamento dell'insegnante locale. Qui viene ospitato da un eccentrico personaggio, detto il Barone (Nuno Melo), di fatto il signorotto locale. Il funzionario ministeriale rimane ipnotizzato dalla straniante atmosfera, nonché attratto dalla domestica Idalina (Leonor Keil) e finisce per accettare l'invito del Barone rimandando il giorno della partenza.
"Durante la Seconda guerra mondiale, una troupe cinematografica di serie B si rifugiò a Lisbona. Nel 1943 la produttrice Valerie Lewton sposò un attore portoghese, che tradusse per lei "Il barone" di Branquino Da Fonseca. La storia di un tiranno, che regna sui monti del Barroso. Valerie vide del potenziale nel racconto per un film di matrice draculesca. Lo filmarono in segreto, in una fabbrica del Barroso. Durante il giorno girarono la versione americana, e di notte quella portoghese. Il dittatore venne a conoscenza del film e ordinò che fosse distrutto. La troupe fu rimpatriata. Gli attori portoghesi furono deportati nel campo di concentramento di Tarrafal, dove vennero torturati a morte nella "padella", un cubicolo dove gli uomini venivano arrostiti. Nel 2005 vennero ritrovate due bobine e la sceneggiatura negli archivi del cineclub di Barreiro. Nei seguenti cinque anni il film venne ricostruito e rigirato. Nel 2011 fu presentato per la prima volta." (Didascalie iniziali)
Inusuale esempio di film realizzato in veste nostalgica (il bianco e nero) ma particolarmente curata. La trama è pressoché inesistente, ripercorre (citandolo nei titoli di testa) il più celebre Dracula (in particolare la versione spagnola) ma Edgar Pêra si concentra soprattutto sull'atmosfera, riuscendo a comporre un insieme di immagini altamente suggestive e volutamente ipnotiche. Inquadrando più spesso gli occhi e facendo vorticosamente roteare la macchina da presa, l'abile regista riesce a catturare l'attenzione grazie anche al particolare uso degli effetti sonori (assolutamente calibrati per l'effetto dolby). Sulla pochezza di uno script quasi inesistente, spicca un ottimo esercizio di stile, con eccezionale capacità d'attrazione dovuta all'ottimo mix di effetti visivi e acustici. I vocalizzi finali, la profonda voce spesso sgolata del Barone, i visi (fuori dal tempo) dei protagonisti: O Barão è un ottimo film portoghese che ricorda, per la particolarità di messa in scena e per la tonalità bianco e nero (con curioso effetto "lampo" colore nel finale), nientemeno che lo stile di José Mojica Marins. L'unico punto debole, se proprio lo si vuole trovare, sta nell'insistito uso della sovraimpressione. Ma dato il contesto onirico dell'insieme, questo difetto finisce per rendere ancora più immersiva l'esperienza della visione.
Curiose similitudini con Dracula e le due versioni del 1931
Agli inizi degli Anni '30, causa avvento del sonoro in cinematografia, l'universalità (data dal muto) dei film non era più possibile: motivo per cui talune produzioni pensarono bene di girare, sui medesimi set, versioni differenti (ovvero destinate a mercati esteri) dello stesso film. Proprio di Dracula, nel 1931, ne vengono realizzate due diverse versioni. Così, mentre di giorno era al lavoro Browning con Bela Lugosi, la notte George Melford ne girava con altri attori, sul medesimo set, una versione spagnola pressoché identica, solo più limitata nel ritmo (dura infatti mezz'ora in più).
(Estratto di sei minuti con sottotitoli in inglese)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta