Regia di Stéphane Brizé vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - PREMIO PER IL MIGLIOR INTERPRETE A VINCENT LINDON
LA LOI DU MARCHE' (titolo internazionale The measure of a man), al suo terzo lungometraggio e sempre con Vincent Lindon come protagonista. La vicenda drammatica di un uomo che, passata la cinquantina, si ritrova senza lavoro per oltre diciotto mesi senza riuscire a trovarne uno nuovo, ma trascorrendo i mesi a formarsi e a fare corsi inutili e non compatibili con la propria maturata professionalità; un uomo con un figli handicappato da mantenere, oltre che una moglie occupata ad occuparsene.
Dopo molte porte sbattute in faccia, l'uomo riesce a trovare una occupazione presso un grande centro commerciale: dovrà controllare, attraverso telecamere, il regolare svolgimento delle operazioni di compravendita, eventuali tentativi di furto, ma pure osservare il comportamento dei colleghi addetti alle casse.
In tal modo l'uomo, per salvaguardare quella sua ultima fondamentale possibilità di sopravvivenza, dovrà fare i conti col dilemma attanagliante se denunciare ogni scorrettezza di cui scorgerà l'esistenza, mettendo in discussione il lavoro di alcuni colleghi, oppure cercare di non divenire lo spione di turno. Una drammatica morte di una delle principali colleghe accusata di furto tramite la gestione di buoni spesa, suicida dopo il licenziamento, non farà che acuire il senso di colpa di una persona onesta afflitta dalla povertà e desiderosa solo di riuscire a (soprav)vivere garantendo la sussistenza ai propri cari.
Il film assume un tono ed uno stile quasi documentaristico che serve a calarsi completamente nella realtà lavorativa di una quotidianità grigia di ogni giorno, e l'interpretazione di un superbo Vincent Lindon supplisce una certa consapevole povertà di messa in scena su un argomento spinoso certo, ma anche messo in scena in svariate occasioni, anche già rientrate nel Concorso, come per il film di Nicole Garcia o di Laurent Cantet diversi anni orsono.
Il giorno in cui vidi il film al Festival, nel post scrissi così: "Lindon con la sua prova si candida seriamente al premio per la migliore interpretazione maschile": detto fatto. Non era difficile azzeccarci, ma i concorrenti non erano pochi o trascurabili e comunque Lindon in questa sua parte dolente e sacrificale, dà veramente il massimo e corona una carriera da grande interprete, ricevendo finalmente un riconoscimento prestigioso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta