Regia di David Farr vedi scheda film
Kate e Justin sono una giovane coppia in attesa del loro primo figlio. Kate si trova alla sua diciottesima settimana e sta scoprendo il dolce sapore della maternità. Una maternità ponderata per alcuni anni, in cui la donna non si sentiva pronta per diventare mamma, forse per un rapporto con la propria madre non del tutto positivo. La storia ci fa supporre dissapori tra madre e figlia dovuti ad un'anaffettività da parte della prima nei confronti della seconda.
Theresa e Jon sono i nuovi vicini di casa di Kate e Justin, anche Theresa è in attesa di 21 settimane del loro primo bambino. Theresa è bellissima e coinvolge subito Kate in una intima amicizia, fatta di condivisioni di piccoli segreti che svelano un rapporto coniugale impostato esclusivamente sulla procreazione della prole. Jon è infatti più maturo rispetto alla giovane Theresa, e ha già divorziato da una prima moglie proprio perché non riusciva a rimanere incinta.
Le due coppie paiono avere quindi molte cose in comune, tutto fa pensare che tra i 4 possa nascere una lunga amicizia, così Kate invita a cena i vicini di casa per far conoscere i rispettivi mariti.
Purtroppo un brutto incidente domestico comprometterà ogni tipo di buon rapporto, aprirà ferite indelebili e manifesterà le fragilità e i disturbi ossessivi dei protagonisti.
Non voglio svelare niente di più della trama, perché alcuni elementi narrativi sarebbero degli spoiler troppo fastidiosi per chi legge e non ha ancora visto il film. Il disturbo che deriva da alcune scene è determinante per rendere la storia interessante. Forse per una spettatrice questo genere di film può risultare più angosciante rispetto ad uno spettatore. La tematica della maternità da sempre risulta argomento difficile da trattare, in questo caso l'aspetto ossessivo sta proprio nella ricerca della famiglia perfetta, non importa a che costo, quali segreti debbano essere celati e custoditi a vita, quali omicidi si sia disposti a compiere per ottenerla. Kate è la protagonista assoluta che combatte contro i fantasmi di dolori passati e cerca di proteggere la propria creatura dai mostri del presente, la sua condizione di madre la rendono però più fragile, meno lucida, e lascerà che il suo bimbo diventi il vettore inconsapevole del male. La perfezione apparente di Theresa e Jon è ingannevole all'inizio così come alla fine, e sarà proprio questa loro capacità camaleontica di trasformarsi a renderli vincenti.
Buona la regia anche se predilige un po' troppo i flash back come metodo per spiegare cosa sia successo nei momenti più salienti. Lacunosa la sceneggiatura, che lascia in sospeso o sotto inteso alcuni punti della storia, lasciando senza risposte molte domande sulla psicologia della protagonista, le sue ombre vengono tratteggiate molto bene ma rimangono purtroppo solo ombre, mantenendole in un limbo narrativo che non mi ha lasciata del tutto soddisfatta.
Devo ammettere però che è sempre più spesso dal nord Europa che arrivano i film di genere più interessanti, che sembrano aver trovato nella produzione indipendente un nuovo sbocco di successo.
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