Regia di Adam Smith (II) vedi scheda film
Colby Cutler (Gleeson) è il patriarca di una famiglia di criminali nomadi che vive accampata in roulotte, disprezza qualunque norma del mondo cosiddetto civile e non disdegna di farsi beffa della polizia con bravate gratuite. Chad (Fassbender), il figlio di Colby, vorrebbe cambiare direzione per sé e per i suoi due figli, mandandoli a scuola (lui non ha potuto farlo) e mettendoli al riparo dalle nefande influenze del nonno. Ma un colpo messo a segno a danno della persona sbagliata lo costringe a rivedere i suoi programmi.
Al suo esordio dietro la macchina da presa con un film di finzione, il britannico Adam Smith firma un dramedy nel quale il maggiore motivo di interesse risiede nelle dinamiche familiari tra un anziano genitore despota convinto che la scuola non serva a nulla e che la terra sia piatta e un figlio di notevole personalità ma incapace di tenergli testa. Il resto è tappezzeria, intreccio narrativo incerto se prendere la strada del film di genere (con le diverse scene di inseguimento, che siano in macchina, a piedi o a caccia di una lepre) o quella del dramma familiare. In entrambi i casi, nel nugolo di personaggi brutti sporchi e cattivi - tra i quali si fa notare la figura dello scemo del villaggio usata come puro riempitivo - il difetto sta proprio nella presenza di Fassbender: per quanto l'attore tedesco ce la metta tutta per caricare di intensità lo sguardo rivolto alla macchina da presa, è troppo bello, tonico e, in fin dei conti, di sani principi, per non collidere con l'etica e l'estetica del resto della famiglia.
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