Regia di Elia Kazan vedi scheda film
Una donna entra in una stanza, si sfila i guanti neri, apre la borsetta e rovescia il contenuto sul tavolino. Ci sono due monete d’argento, un nichelino e una scatola di fiammiferi. Rimette le due monete nella borsetta, prende i guanti e li infila nella stufa. Nella scatoletta c’è un solo fiammifero: lei sta per accenderlo, quando suona il telefono. La donna alza la cornetta, ascolta un po’, dice “non ho mai avuto un paio di guanti neri in vita mia”, riattacca e torna alla stufa. E poi cosa succede? Non lo so, sto solo facendo cinema. E a cosa serve il nichelino? Per andare al cinema. La scena vale da sola un intero film; peccato che il resto non si mantenga sullo stesso livello, disperdendosi in mille rivoli. C’è una schiera di maturi attori che fanno più o meno sé stessi e c’è De Niro che fa sotto altro nome Irving Thalberg, produttore della MGM (“l’ultimo tycoon” del titolo originale), marito di Norma Shearer, morto a soli 37 anni. Ultima regia di Kazan, dall’ultimo (incompiuto) romanzo di Fitzgerald: quello che si dice un film crepuscolare.
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