Regia di Jay Roach vedi scheda film
Classico biopic che ha in se il fascino delle pellicole che raccontano la "Golden Age" di Hollywood,in più inserita nel contesto storico della guerra fredda.Buona sceneggiatura con qualche calo di ritmo, Cranston Magistrale
La storia vera dello sceneggiatore americano Dalton Trumbo(Bryan Cranston), che, durante la guerra fredda, venne inserito nella “lista nera” perché comunista, vedendosi negato il diritto di lavorare per Hollywood.Ma Trumbo non rinuncerà ai suoi ideali e combatterà contro il sistema per far valere i suoi diritti,scrivendo nel frattempo nell’anonimato….
Un classico biopic di maniera quello proposto da Jay Roach(regista dei film di Austin Powers ,Ti presento i miei e il suo diretto sequel) che racconta un retroscena del sistema hollywoodiano sconosciuto ai più.
La paranoia scaturita dalla guerra fredda diede il via ad una “caccia alle streghe” e chiunque simpatizzasse per il comunismo veniva visto come un traditore della patria e isolato dalla società.
Questa “caccia alle streghe” colpiva in tutti i settori e Hollywood non fu risparmiata: l’intero sistema subì una politicizzazione non tanto sulle idee esposte dai film ma sul pregiudizio basato sull’orientamento politico dell’autore di quelle idee, così che Trumbo, e altri come lui furono ostracizzati dalle produzioni cinematografiche.
Uno dei punti di forza del film sceneggiatura di John McNamara, scorrevole nei dialoghi anche se infarcita di qualche clichè, il film mantiene un tono leggero e quasi scanzonato per tutto il suo minutaggio, con regia un po’ anemica ma rafforzata dalla buona fotografia di Jim Denault.Non mancano discreti momenti di intensità, nel rapporto tra Trumbo con la sua famiglia e nei personali risvolti professionali derivanti dalla sua perseveranza nel mantenere la sua liberta come uomo e come artista.
Dalton Trumbo è interpretato da Bryan Cranston, che con la serie Breaking Bad ha dimostrato che razza di attore sia, in questo film non è da meno, perfomance di spessore, mischia bene l’ironia del personaggio con l’angoscia della situazione che è costretto a sopportare, mimica straordinaria e un buona dizione.
Sul podio salgono anche Hellen Miller,perfetta nel ruolo dell’patriotrica attrice e giornalista Hedda Hopper, senza scrupoli nello screditare i ritenuti traditori della patria, e John Goodman, che ritrova quella “sana follia” nel personaggio di Frank King, ricorda le interpretazioni migliori al tempo coi Coen.
Non male anche la performance di Louis C.K. nei panni di Arlen Hird, mentre la prova di Diane Lane l’ho trovata un po’ scialba... il resto del cast senza infamia e senza lode.
Voto:7.5
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