Regia di Jay Roach vedi scheda film
Dalton Trumbo (interpretato ottimamente da Bryan Cranston, conosciutissimo dal grande pubblico per la serie TV Breaking Bad), uno degli sceneggiatori di punta (e più pagati) della grande Hollywood, fu messo nella lista nera e perseguitato, alla stregua di molti altri suoi colleghi, per le sue idee progressiste e per l'adesione al partito comunista americano. Il film racconta la storia di quella caccia alle streghe, che - durante la Guerra Fredda - portò Trumbo in carcere, per poi costringerlo a continuare a scrivere sceneggiature di successo sotto falso nome, con cui riuscì persino a vincere anche due Premi Oscar con Vacanze romane e L'ultima corrida.
Girato da un outsider come Jay Roach, L'ultima parola ricostruisce dignitosamente e con più di una semplificazione il clima della Hollywood a cavallo tra il secondo Dopoguerra e l'inizio degli anni Sessanta, quando il nome di Trumbo venne finalmente sdoganato grazie al coraggio di Kirk Douglas in occasione di Spartacus e alla sfrontatezza di Otto Preminger. L'insieme è piuttosto schematico (Hedda Hopper, interpretata da una sempre perfetta Helen Mirren, feroce anticomunista; Edward G. Robinson, pavido voltagabbana; Fred King, temerario produttore di film di serie Z; John Wayne, insopportabilmente supponente, più tutto il contorno della vita domestica e dei sodali in politica). Ma lo scarto tra le prove maiuscole di alcuni attori e quelle scialbe di caratteristi scelti solo per ragioni di somiglianza è troppo evidente per non risultare spiazzante.
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