Trama
All'apice della paranoia generata dalla Guerra Fredda, Dalton Trumbo, uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood, finisce nella famigerata lista nera. Rifiutando di sacrificare i propri principi e di sottomettersi alle regole del sistema, combatterà affinché i suoi diritti non vengano calpestati.
Approfondimento
L'ULTIMA PAROLA: LA VERA STORIA DI DALTON TRUMBO
Diretto da Jay Roach e sceneggiato da John McNamara, L'ultima parola: La vera storia di Trumbo si basa su un libro di Bruce Cook per raccontare come nel 1947 lo sceneggiatore Dalton Trumbo, uno dei più valenti di Hollywood, sia finito prima in carcere con altri artisti e poi nella famigerata blacklist a causa delle sue convinzioni politiche.
Negli anni Quaranta, Dalton Trumbo è uno degli sceneggiatori più pagati al mondo e ha scritto alcuni dei titoli destinati a diventare dei classici del cinema, come Kitty Foyle - Ragazza innamorata (nominato agli Oscar) e Missione segreta, quando, da perfetto conoscitore dello star system hollywoodiano e da attivista a sostegno delle politiche sindacali, viene convocato insieme ad altri colleghi di fronte alla Commissione per le attività antiamericane a testimoniare sui suoi presunti collegamenti con il comunismo. Rifiutandosi di rispondere alle domande dei componenti della commissione, Trumbo viene rinchiuso in una prigione federale e si guadagna l'eterna inimicizia della potente giornalista anticomunista Hedda Hopper. Nei 13 anni a seguire tutti i principali studios si rifiuteranno di assumere Trumbo per paura di essere associati alle sue idee politiche radicali. Costretto a vendere la sua casa e ostracizzato da amici, colleghi e vicini di casa, Trumbo faticherà così a mantenere la sua famiglia scrivendo per lo più copioni per film a basso budget sotto falso nome. Contemporaneamente, però, non smetterà mai di lottare per ciò in cui crede fino a quando negli anni Sessanta l'attore Kirk Douglas e il regista Otto Preminger otterranno che il suo nome come sceneggiatore compaia nei titoli dei loro blockbuster Spartacus e Exodus.
Con la direzione della fotografia di Jim Denault, le scenografie di Mark Ricker, i costumi di Daniel Orlandi e le musiche di Theodore Shapiro, L'ultima parola: La vera storia di Trumbo è ambientato nel secondo dopoguerra quando, a causa del deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e l'Unione Sovietica, la paura della "minaccia rossa" ha portato la Commissione per le attività antimericane, istituita nel 1938, a prendere in esame i casi di decine di migliaia di americani sospettati di simpatizzare con i comunisti: insegnanti, militari, funzionari pubblici e appartenenti a molte altre categorie di spicco, persero a causa dei sospetti e del clima di paranoia il lavoro, la reputazione e in tanti casi anche la famiglia. La Commissione si concentrò sul settore del cinema a partire dal 1947, anno in cui pubblicamente decine di attori di primo piano, registi, produttori e sceneggiatori, furono chiamati a difendersi dalle accuse di comunismo, finendo con il testimoniare contro amici e colleghi.
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Nato nella piccola città di Montrose in Colorado, Dalton Trumbo arriva a Los Angeles nel 1925 con i genitori e le sorelle per trovare una situazione economica migliore. La morte del padre lo fa divenire l'unico sostegno della famiglia alla giovane età di 21 anni. Sebbene lavori in un panificio, la sua passione per la scrittura lo spinge a redigere articoli e racconti che finiscono subito tra le pagine di Vanity Fair, del Saturday Evening Post e dell'Hollywood Stectator. Provando a bilanciare i bisogni economici concreti con le sue aspirazioni, firma un contratto come sceneggiatore con la Warner Bros., grazie a cui il suo nome riesce a imporsi nel gota hollywoodiano. Brillante, ambizioso e controverso, Trumbo vede la sua carriera demolita a causa delle accuse di comunismo, che lo portano a vivere 13 lunghi anni di agonia e resistenza prima di venire rivalutato da Hollywood. In L'ultima parola: La vera storia di Trumbo ha il volto dell'attore Bryan Cranston.
A subire le conseguenze dell'inserimento del nome di Trumbo nella blacklist è soprattutto la sua famiglia, chiamata a pagare un prezzo troppo alto a causa di un'accusa per l'epoca infamante. Cleo, la moglie di Trumbo, è stata un'ex attrice bambina che con il suo lavoro ha sostenuto la madre e il fratello. A detta di tutti, è una vera forza della natura da non sottovalutare: simbolo del glamour di Hollywood, caratterialmente riesce a tenere testa al testardo marito, sposato dopo un corteggiamento non facile. Interpretata da Diane Lane, Cleo ha preferito concentrarsi sul suo ruolo di moglie e madre piuttosto che tentare di proseguire la carriera di attrice per proteggere il marito e le due figlie Niki e Mitzi. Dai 13 ai 31 anni, Niki (colei che più risente delle accuse mosse al padre) è portata in scena dall'attrice Elle Fanning.
La prima avversaria di Trumbo è la leggendaria giornalista esperta di gossip Hedda Hopper. Ex attrice di teatro e di film muti, Hedda ha provato a continuare la carriera artistica anche nei film sonori senza però riscuotere molto successo. Con le proposte di lavoro che scarseggiavano, ha trasferito tutte le sue energie per divenire giornalista, imponendo il suo nome come uno dei più influenti nello star system. La interpreta l'attrice Helen Mirren, chiamata a riportare in vita la figura di colei che era determinata nel convincere i suoi 35 milioni di lettori di quanto fossero vere le accuse di comunismo mosse ai suoi connazionali.
Trumbo non è l'unico sceneggiatore a finire nella lista nera. Accanto al suo, si trovano i nomi di Samuel Ornitz, Alvah Bessie, Albert Maltz, Lester Cole e John Howard Lawson, tutte figure che lo sceneggiatore John McNamara ha voluto racchiudere nel personaggio fittizio di Arlen Hird, supportato da Louis C.K.. Sceneggiatore invece salvatosi dalla famigerata blacklist è Ian McClellan Hunter, impersonato da Alan Tudyk: uno dei più cari amici di Trumbo, è ricordato soprattutto per Vacanze romane (1953) (firmato al posto di Trumbo, che non poteva mettere il suo nome in calce alla sceneggiatura) e, al contrario dell'amico che si limitava a impegnarsi in lotte sindacali, è un comunista e progressista impegnato.
In un mondo di nemici, Trumbo riesce a trovare anche qualcuno disposto ad aiutarlo. Come ad esempio Frank King, un produttore di film di serie B raffigurato da John Goodman che insieme ai fratelli assume lo sceneggiatore senza preoccuparsi delle conseguenze politiche.
Poiché L'ultima parola: La vera storia di Trumbo si svolge sullo sfondo dell'età d'oro di Hollywood, diverse sono le figure familiari che vengono coinvolte, a partire dagli attori John Wayne, Kirk Douglas ed Edward G. Robinson, ritratti nell'ordine da Dabid James Elliott, Dean O'Gorman e Michael Stuhlbarg.
Trailer
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Commenti (10) vedi tutti
interessante storia. Film con qualche lungaggine soprattutto nella parte centrale
commento di Artemisia1593Un film che espone com'è il moderno conservatismo americano, pericoloso e criminale.
leggi la recensione completa di Utente rimosso (VictorAoki)Tutti i film che ho visto in argomento hanno la stessa pecca: idealizzano le vittime e rendono i carnefici caricaturali nel loro odio cieco e ingiustificato. Può darsi che ci sia una marcata componente "risarcitoria" negli intenti, purtroppo però l'esito pedagogico è fallimentare.
leggi la recensione completa di andenkoVecchia cinematografia, vecchio stile: un tuffo nel passato per un biopic privo di fantasia
leggi la recensione completa di SpringwindTrumbo non abita in questo film Tra 'i traditori' nessuno spazio è dato a Elia Kazan e tra i pavidi manca Edward Dmytryck. Un film preambolo a qualcosa di meglio (vedi il doc. di Peter Askin 2007) che, spero, in futuro, si faccia su questo periodo buio della 'democrazia' americana. Lettura consigliata “Lista nera a Hollywood” di Giuliana Muscio.
commento di Marcello del CampoLa scalata nell'olimpo della Mecca del cinema, e la rovinosa conseguente rapida caduta, di uno dei più brillanti sceneggiatori hollywoodiani di tutti i tempi, vittima illustre e simbolica di una vera e propria caccia alle streghe, conseguenza tra le più drammatiche di una persecuzione figlia dei timori della cosiddetta "Guerra Fredda".
leggi la recensione completa di alan smitheeRoach assolve parzialmente il mondo del cinema, ponendo la lente d’ingrandimento sui fatti giudiziari piuttosto che sul lavoro dal quale scaturiscono le opere e sui delicati meccanismi che animano Hollywood.
leggi la recensione completa di Will88Classico biopic che ha in se il fascino delle pellicole che raccontano la "Golden Age" di Hollywood,in più inserita nel contesto storico della guerra fredda.Buona sceneggiatura con qualche calo di ritmo, Cranston Magistrale
leggi la recensione completa di ange88Cinema addio! Una regia infantile o una presa per i fondelli?
commento di iroUn film sicuramente interessante per l'argomento trattato e con una sceneggiatura notevole. Bryan Cranston si conferma interprete eccezionale dopo i fasti di Breaking Bad. Forse il film soffre di un problema di ritmo nella parte centrale, ma tutto sommato ha un buon equilibrio.
commento di DottorHudson