Regia di Matt Ross vedi scheda film
Una famiglia da una parte utopistica, dall'altra immorale
Una pellicola dalle molteplici interpretazioni: può essere letta sia come un invito all'adeguarsi progressivamente all'ingiusta realtà o come totale pessimismo nei confronti di quest'ultima, poiché si è costretti ad adeguarsi, altrimenti subentra nient'altro che l'isolamento, l'emarginazione. Ciononostante, il protagonista, interpretato dal bravo Viggo Mortensen, padre di sei figli e vedovo, vuole il meglio per i suoi figli, come ogni genitore, e si impegna quindi a tenere lontani i propri eredi dall'ipocrisia della gente, composta solo da marionette e idealisti, approfittatori e bugiardi, e istituzioni sia politiche sia religiose che fanno tutto tranne del bene. Ritornando anche al bellissimo messaggio di Pirandello in "Uno, Nessuno e Centomila", il regista e sceneggiatore Matt Ross ci mostra una famiglia anticonvenzionale che da una cerchia può essere definita immorale, da un' altra utopistica, e dalla massa semplicemente strana. Molto significativa in questo contesto la scena in cui Mortensen chiede ai nipoti cos'è una dichiarazione dei diritti e loro rispondono in maniera vaga e imprecisa, mentre la figlia di nove anni in modo conciso, ma ottenendo in seguito soltanto un dito medio da parte dei cugini. E in fondo è questo il mondo giovanile: impegnati e verrai deriso, sii raccomandato e otterrai di certo un sorriso. Come Cartesio era insoddisfatto delle nozioni imparate al collegio, poiché non servivano nella vita pratica, il capo di questa famiglia è consapevole della focalizzazione scolastica nelle materie teoriche e istruisce dunque i suoi figli soprattutto nell'arte della sopravvivenza, non ignorando comunque le convenzionali nozioni. E' da ammazzarsi dalle risate quando la figlia piccola completa l'affermazione del padre che esorta a non prendere in giro nessuno, recitando "tranne i Cristiani". Ma allo stesso tempo dimostra uno dei punti negativi di questa scelta di vita nella natura e a caccia di selvaggina: non rispettare, tanto che ad un certo punto se ne rende conto e arriva a scusarsene. E' bello discutere a 9 anni sul marxismo e avere dei nomi unici al mondo, ma non è d'aiuto non saper approcciare con una donna e non avere coetanei con cui condividere qualcosa o discutere. Insomma, un film su cui ci sarebbe da discutere all'infinito in un cineforum e che andrebbe fatto vedere nelle scuole. Attori bravissimi ( soprattutto i piccoli) e bei dialoghi. Non fa semplicemente riflettere: in certi aspetti ti cambia la vita e il modo di pensare.
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