Regia di Matt Ross vedi scheda film
Papà Ben (Mortensen) vive con i suoi sei figli in mezzo alla foresta. I ragazzi sono addestrati a cavarsela in qualsiasi situazione, conoscono diverse lingue, spaziano tra la fisica quantistica e i classici della letteratura e sono così refrattari alle convenzioni sociali che anziché la festa consumistica del Natale preferiscono celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Tutto questo sapere e queste capacità non fanno però i conti con le difficoltà delle normali relazioni. Difficoltà che si presentano puntualmente all'indomani della morte della madre/moglie, per cui i sette, a bordo di un bizzarro autobus, si mettono in marcia per il suo funerale.
Al suo secondo film Matt Ross firma un'opera assai originale, condita con dialoghi fulminanti ma non esente da alcune ambiguità di fondo, che la collocano sempre a un passo dal rischio della caricatura. Ciò non toglie che il protagonista, pur col suo carico di carisma, eterodossia e capacità fuori dall'ordinario, rimanga ben centrato sulla sua dimensione umana, diventando così il perno di una dialettica che dal piano apparentemente solo cerebrale e ideologico si colloca su quello, ben più vasto, dell'etica. Il conformismo e l'anticonformismo, il crudo e il cotto, diventano - in questo film indie premiato al Festival del cinema di Roma - il fulcro della rappresentazione più estrema di un'utopia che va ben oltre Steiner e la Montessori, ma che a tratti svinrgola su un registro da melò familiare che stenta a trovare un finale adeguato alle premesse.
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