Regia di Renato Polselli vedi scheda film
"Un uomo che è vivo mi ha raccontato questa storia di gente che è morta". E' il peso della memoria, quello che Ultimatum alla vita cerca di trasmettere, raccontando una tragedia ambientata durante la seconda guerra mondiale; con i discreti mezzi a disposizione, però, l'inesperto Polselli (finora autore di pochi titoli, e passati inosservati) non riesce a risultare incisivo. Peccato, perchè nel cast non mancano i buoni nomi (Andrea Checchi, Valeria Moriconi, Didi Perego, Claudio Gora, Franca Bettoja) e in sceneggiatura le firme sono tante, nonostante manchino nomi di riconosciuto valore: oltre al regista ci sono quelli di Ernesto Gastaldi (scriverà moltissimi film 'di genere'), Francesco Longo, William Maglietto, Pino Patitucci (le cui carriere nel cinema non andranno granchè oltre) e Giuseppe Pellegrini (futuro autore 'di genere' e pure di porno), che è anche aiuto regista. Da tante menti e con interpreti di valore, però, scaturisce un'opera certamente non memorabile, dal ritmo spezzettato e costruita in maniera affannosa, come se le storie dei singoli personaggi fossero indipendenti l'una dall'altra; viene da chiedersi quindi perchè inventare una storia sull'occupazione nazista in Italia, quando di episodi simili effettivamente accaduti, la storia della Resistenza è piena. Può aiutare a capire meglio i limiti dell'operazione la constatazione che il regista sia qui all'apice della sua carriera: girerà l'anno successivo Avventura al motel con Franco e Ciccio e da quel momento in poi sarà tutto un declino, verso il thriller erotico e la pornografia soft. 3/10.
Seconda guerra mondiale. In una casa di campagna i nazisti tengono prigioniere alcune donne. Poichè si rifiutano di collaborare, i soldati tedeschi le sterminano.
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