Regia di Robert Wise vedi scheda film
Classico della fantascienza anni cinquanta
Liberamente tratto dal racconto Addio al padrone del 1940 di Harry Bates,questa versione originale che risale a quasi settant'anni fa,il remake del 2008 è largamente insufficiente,è un piccolo gioiellino della fantascienza intelligente e simbolica degli anni cinquanta, priva ovviamente di effetti speciali appariscenti,il digitale era ancora molto lontano, ma ricca di scenografie artigianali ,povere e dilettantesche sul piano tecnico, ma ricche di un sottile fascino magnetico e veicolo di tematiche importanti e messaggi ancora attuali.Incontri tra alieni e umani,sono stati una materia fertile, che tanti spunti ha fornito all' immaginazione di sceneggiatori e scrittori,con esiti altalenanti.In questa piccola grande storia,un extraterrestre atterrato con un disco volante,come nelle migliori tradizioni della letteratura di questo genere,è accompagnato da un gigantesco robot, vero protagonista del film.Gli umani,accolgono l'ospite con un proiettile, non intuendo le intenzioni benevole, di chi è venuto in pace,al solo scopo di informare e di fermare la folle corsa agli armamenti nucleari, che allora come oggi, tiene in ansia permanente tutti gli abitanti del pianeta che hanno un minimo di consapevolezza.Tuttavia siccome il genere umano è per definizione refrattatario a concepire prospettive di pace,reagisce duramente al loro arrivo,riducendo in fin di vita l'alieno,e suscitando la reazione distruttiva del cibernetico guardiano.Quando i visitatori stanno per decidere di mettere fine alla nostra inutile civiltà, grazie ad un briciolo di umanità che qualcuno riesce a mostrare e dimostrare,ci graziano.Il finale è un monito duro e preciso,un vero ultimatum alla terra di cui al titolo, a noi e alle generazioni che verranno,se dovessimo persistere a farci inutili guerre, per futili motivi,per inciso non esistono "guerre giuste",verremmo cancellati dal creato ,onde evitare conseguenze all'equilibrio di tutto l'universo.
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