Regia di Louis Leterrier vedi scheda film
Bene, prendete il Cinema d'azione di Leterrier, un mestierante, e unitelo alla corrosiva, anarchica comicità demenziale di Sacha Baron Cohen, e otterrete questo "pastiche" chiamato "Grimsby", come la cittadina inglese, operaia e periferica, da dove questi due fratelli, uno l'opposto dell'altro, arrivano. Cohen è un cavallo di razza, uno dei pochi che si permettono di fare una comicità assolutamente dissacrante, coraggiosa, senza guardare in faccia a niente e a nessuno, usando tranquillamente anche falli, culi, sperma e vagine di elefanti, (una delle scene culto di "Grimsby"). La trama è risibile, due fratelli che si ritrovano dopo 28 anni, e dove uno (Cohen) è un tipico "white trash" inglese, tutto calcio, birra e ignoranza, mentre l'altro (Strong) è un micidiale agente segreto. Questa contrapposizione darà vita a una serie di gag che sono spesso esilaranti e riuscite, in un contesto chiaramente goliardico e politicamente scorretto. Vedere Cohen in ciabatte e maglietta dell'Inghilterra, unta e bisunta, cercare di salvare il mondo usando tutti (ma proprio tutti) i mezzi possibili, è uno spasso. E poi, arma vincente, il film ha la durata giusta, perfetta: ottanta minuti senza perdere un colpo. Pura evasione, ma qualcuno protegga Sacha Baron Cohen. Gli altri si tengano Checco Zalone.
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