Regia di John Francis Daley, Jonathan Goldstein vedi scheda film
In principio era Vacation ‘58, racconto umoristico di John Hughes sulla disastrosa vacanza di una famiglia statunitense modello. Hughes stesso lo adattò per Harold Ramis nello script di National Lampoon’s Vacation: Chevy Chase, nei panni del capofamiglia Clark Griswold, trascinava moglie e figli in giardinetta attraverso gli States, con destinazione Walley World, parco parodia di Disneyland. Cult demenziale (ispiratore di dozzine di road movie a venire, da Tre uomini e una gamba a Little Miss Sunshine), dove la gita sfociava in un parossistico divertimento coatto, da pistola (giocattolo) puntata alla tempia. 32 anni dopo, il primogenito Rusty Griswold è a sua volta marito e padre, deciso a ripetere la felice (?) esperienza. Stessa meta e stesso percorso, ma Ed Helms chiarisce subito, in un momento di sfacciata consapevolezza metanarrativa, la natura ibrida del progetto (quella landa fra sequel, remake e reboot in cui si muove tanto cinema contemporaneo): «Non è la stessa vacanza: lì c’erano un figlio e una figlia, qui ci sono due ragazzi». Quasi nascosta sotto gli ammiccamenti all’originale (pochi ma buoni), troppi litri di vomito e liquami e un (fallimentare) tentativo di utilizzo in chiave comica di Chris Hemsworth con protesi fallica, c’è una morale familista per pubblico di ogni età. Dell’ironia anarchica e surreale del primo film non resta niente: giusto gli amari camei di Chase e Beverly D’Angelo (e della giardinetta originale).
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