Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Il campione dei pesi medi Billy Hope sprofonda nell'abisso della disperazione, finendo in bancarotta e perdendo la custodia della figlia Leila dopo la morte dell'adorata moglie Maureen, colpita da un proiettile durante una rissa scatenata dallo sfidante Miguel Escobar. La catarsi per l'uomo potrà passare solo dal ring.
Da un discreto mestierante come Antoine Fuqua confessiamo di aver smesso già da tempo di aspettarci capolavori o comunque, più banalmente, pellicole che vadano oltre un'onesta sufficienza. Per tutta la sua prima parte, anche Southpaw appare allineato alla media dei lavori del regista di Pittsburgh, potendo peraltro contare su due eccellenti protagonisti come Jake Gyllenhaal (adeguatamente fisicato per il ruolo) e Forrest Whitaker; peccato solo che la sua storia di caduta e redenzione si dipani in maniera fin troppo meccanica ed elementare, procedendo senza guizzi fino allo scontro finale che risulta freddo e poco coinvolgente. E allora, possiamo perdonare la sceneggiatura già vista mille volte, i personaggi tagliati con l'accetta, quelli appena abbozzati e gli altri che scompaiono all'improvviso, ma il match finale, must di ogni film di boxe che si rispetti, quello che deve emozionare e mandare l'adrenalina a mille, non lo si può davvero cannare in maniera così plateale.
Meglio ripassarsi Rocky, Cinderella Man o The Fighter: 4/10.
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