Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Non il migliore film sulla boxe, ovviamente, ma una sceneggiatura da poco è battuta da una buona realizzazione.
Mah, sentimenti contrastanti. Da una parte, questo film è incredibilmente spiazzante (in negativo) per come propone clichè imbarazzanti: il puglie campione un po’ microcefalo, qua alla Rocky, ne prende tante ma ne dà tante; l’entourage che vive sulle sue spalle; i vari parassiti di cui non si accorge; il crollo; la necessità di una nuova figura che lo rimetta in pista, etc… etc… banalità su banalità.
D’altro canto, tutto è fatto perfettamente, e molto bene. Cioè, pure nella sua banalità, il film è talmente “giusto” (nei tempi, nel cast, nelle interpretazioni) che è difficile dargli meno di sette. Un gran bel film banale, se si può dire.
Protagonista Jake Gyllenhaal, in forma fisica strepitosa; la moglie è la strepitosa, per bellezza, Rachel McAdams, la bambina è la stessa bambina prodigio di Il drago invisibile, c’è pure Forest Whitaker come nuovo allenatore.
Costi bassi, incassi onesti. Guardabile.
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