Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
La questione è la seguente: in Southpaw L'ultima Sfida tutto è già visto. Copione, personaggi, immagini, svolgimento. Dunque, pur mettendoci un discreto regista e buoni interpreti, il risultato finale è pur sempre un lampante déjà vù. "Quando tocchi il fondo vieni su, vieni fuori oppure non ci vieni più" cantava Vasco Rossi a metà anni '80. Già allora avevamo dato e preso parecchi diretti, ganci e montanti sul grande schermo. Ecco ora al cinema parabola ascendente, caduta agli inferi e redenzione del pugile di turno, il bravo e statuario Jake Gyllenhaal. Ragazzaccio di successo, tutto muscoli e rabbia, orfanotrofi e strada come palestra di vita, marito e padre devoto (non proprio modello, a dirla tutta) affronta il dramma del lutto famigliare crollando a pezzi senza apparente via d'uscita. Il solito tragico campionario di autolesionismo e la lenta ricostruzione con riscatto finale. Merito del ritorno alle origini, della coatta sottrazione della patria potestà e soprattutto dell'arrivo del mentore Whitaker, allenatore vissuto e figura di riferimento. Film di genere, a cui avvicinarsi sapendo di non venire mai sorpresi, con la consapevolezza che qualche banalità, sfacciataggine, buoni sentimenti e abbondanti dosi di retorica sono lì ad attenderci a secchiate. Incassate e non gettate la spugna, si arriva comunque a fine match.
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