Regia di Peter Weir vedi scheda film
Spettacolare come si vede adesso, nel nuovo restauro in 4K del 2023, da parte dell'AFC- Australian Film Commission.
Forse il più bel film in assoluto della Storia del cinema australiano, non soltanto per la "prima ondata" di esso, fra anni settanta e ottanta
Certo quello che ne racchiude in una splendida vetrina e soli 105' tutte le specifiche caratteristiche uniche e dall' estremo fascino, storiche e di atmosfera, ambientazioni, animismo, di questo grande bellissimo Paese.
E' anche il film che fece conoscere all'esterno David Guilpilil, il più importante ed eclettico attore aborigeno di sempre, ma non è da meno nel ruolo dello "zio di Charlie" l'attore tribale di una compagnia di canto e didgeridoo rupestre dell'Australia del nord, che fa lo sciamano in giacca marrone misteriosissimo e silente, che parla solo aborigeno, ma "anche l'inglese, quando lo voglio io". Citazione neppure tanto velata della politica di integrazione e assimilazione forzata nelle famiglie bianche a anglosassoni di ancora tre anni prima, con proibizione di parlare la loro lingua, celebrare i loro riti e altari a divinità ben diverse da quelle dell'uomo bianco, come appunto la "Grande ultima onda".
Generazioni rubate su cui già avevano fatto eccellenti film prima e ne faranno dopo, altri nomi di punta dell'Ozploitation prima ondata, come Phillip Noyce e Bruce Beresford.
Molto deve alla colonna sonora misterica e di eccezionale portato evocativo di Charles Wain, tra le prime pure all'interno del cinema aussie, ad avvalersi dell'apporto dello strumento tradizionale aborigeno del didgeridoo.
Stile unico all'ennesima potenza dalla fotografia del maestro assoluto Russell Boyd sodale dagli inizi di Weir, e padroneggiato con l'inventiva strepitosa e panica che gli è precipua da Peter Weir, basti citare la sequenza del sogno-allucinazione in macchina di un eccellente Richard Chamberlain, della città sommersa sotto le acque, dalla pioggia torrenziale che vi si abbatte da giorni, e di esca che fuoriesce pure dell'autoradio accesa nell'abitacolo della Volvo. Un capolavoro stilistico per un incubo irrazionale.
Consulente e supervisore per la promozione commerciale del film, Brian Trenchard- Smith, e con un superprofessionista in grado di fare di tutto come lui, non stupisce che già dalle brochure e dai manifesti con le pietre tribali aborigene e il "dente che uccide", fosse un film diverso e unico da ogni altro.
"Non c'è più il tempo di quando ero ragazzo, il clima sta cambiando...."
Da uno degli astanti invitati alla festa dell'avv. Chamberlain e moglie, riferendosi alle piogge nere di petrolio e ranocchi, grandinate come all'inizio nel villaggio dell'outback con chicchi grandi come uova, segnali forse di un'apocalisse ventura, oppure come ci segnala il fatto che il film venne girato da marzo 1977, e uscì nelle sale australiane a dicembre dello stesso anno, 47 anni fa, probabilmente solo la solita fuffa superficiale e pigra, sembra suggerire Weir e Petrescu come nel suo romanzo da cui trasse la sceneggiatura- e da frasi fatte che oggi diventata abbeveratoio quotidiano degli stolti del "cambiamento climatico" e in qualsiasi cosa oramai "anomalo", e dei giornalai da tele/giornaloni obbligati a parlare così ad ogni servizio e pagina, per non perdere il (buono) posto a tavola.
John Nada
John Nada
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