Regia di Jesus Franco, Jean Rollin, Pierre Quérut vedi scheda film
Una vergine tra i morti viventi, di Jesus Franco, riproposto un paio d'anni più tardi con differente montaggio e insert zombesco, girato da Jean Rollin per questa specifica edizione. A dispetto del titolo, di erotismo (come poi di horror) nel film non v'è alcuna traccia.
In arrivo da Londra, dopo un lungo viaggio, Christina (Christina von Blanc) raggiunge Montesserate -località dove si trova il castello di famiglia- a seguito della morte del padre Ernesto (Paul Muller), apparentemente impiccatosi per suicidio. Accolta dallo zio Howard (Howard Vernon), che suona tranquillamente al piano mentre sua moglie sta morendo, Christina incontra oltre ai parenti, altri strani personaggi: una cieca che la ammonisce di andarsene e il disabile maggiordomo Basilio (Jess Franco). La gente dei dintorni evita accuratamente il castello e quando, dopo aver fatto un bagno nuda nello stagno vicino, Christina incontra un giovane del paese, cerca di dimostrare che il luogo è abitato dai suoi familiari, contrariamente alle voci del popolo che vogliono essere il castello vuoto da tempo. Prima che il notaio possa dare lettura del testamento di Ernesto, Christina comincia ad essere turbata, in particolare da sogni in cui il cadavere del padre (con corda al collo) le rivela di essere stato ucciso, abbinati a veri e propri incubi dove alcuni defunti risorgono, uscendo dal terreno per darle la caccia.
Certi film, nati in un contesto di pura improvvisazione e di totale sfruttamento da parte di produttori orientati a fare cassa, diventano veri e propri rompicapo a causa delle successive (ri)edizioni, con modiche aggiunte e differente montaggio. È proprio il caso di questo I desideri erotici di Christine, impropriamente attribuito in regia anche a Jean Rollin. La maggior parte del metraggio, con esclusione della decina di minuti (sul finale) in cui appaiono -senza alcuna connessione logica alla storia- gli zombi, è opera di Jesus Franco, ovvero è lo stesso materiale girato per Una vergine tra i morti viventi (da non confondere con il coevo -1971- Violenza ad una vergine nella terra dei morti viventi di Jean Rollin). I produttori, per non farci mancare ulteriore confusione, lo faranno poi circolare anche come Gli zombi cannibali. Jean Rollin è invece stato incaricato di girare le (inguardabili) scene aggiuntive con i morti viventi, che sono tra le peggiori, in tema, mai girate. Le controfigure dei ritornanti fanno smorfie grottesche mentre si sollevano (senza macchie sui vestiti) da fosse coperte di... foglie secche! Pure la parte più sostanziosa girata da Franco (che appare facendo la parte del ritardato Basilio) rappresenta un buon esempio di cinema trash, con uso insistito di zoom, dialoghi penosi, montaggio privo di coerenza.
La versione visionata, A virgin among the living dead (ossia I desideri erotici di Christine), della durata pari a 90 minuti (perché non fosse abbastanza caotica la genesi del film, c'è da penare ulteriormente sulla durata delle versioni) presenta una serie di scene montate velocemente, senza che siano supportate da una sceneggiatura decente. Nei titoli di testa, cosa curiosa, Bruno Nicolai viene accreditato oltreché per le musiche (qui tra le sue cose peggiori), anche agli effetti speciali. Che, in tutta onestà, difficile è capire dove siano. Almeno, in questa edizione, un cucchiaio di succo di pomodoro spacciato per sangue (sul petto della cieca) è tutto quello che riguarda gli effetti (ben poco) speciali.
Chi invece stesse ancora supponendo che però, magari, forse, sul versante erotico (dato anche il manifesto in stile "per adulti")... Niente da fare. La falsa operazione di rilancio di uno scadente film, si manifesta traditrice anche nel titolo che nulla rappresenta del contenuto. Perché Christina von Blanc è davvero caruccia, ma tolta la scena di subliminale erotismo nello stagno, non si espone più di tanto nelle scene di nudo e men che meno desidera situazioni erotiche. In questo pastrocchio dall'ingarbugliata, prevedibile, esile trama (attribuibile in toto, come già scritto, a Jesus Franco) sotto qualunque punto di vista si intenda, di erotismo non v'è traccia. A meno che, qualche strano spettatore dalla mente contorta, non lo individui nelle poche scene interpretate da Paul Muller: qui con un cappio alla gola, mentre parla con le labbra imbrattate di sangue.
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