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L'ultima follia di Mel Brooks

Regia di Mel Brooks vedi scheda film

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La recensione su L'ultima follia di Mel Brooks

di mm40
8 stelle

Mel Brooks è lo Stanley Kubrick della commedia: se Kubrick in ogni suo titolo innovava e rivoluzionava un differente genere cinematografico, il Nostro esplora nella sua attentamente selezionata filmografia le varie anime della settima arte per convertirle tutte quante alla comicità intelligente. Qui, ovviamente, l'omaggio è alle comiche dell'epoca precedente al sonoro. E se un film muto nel 1976 può rappresentare certamente una follia, bisogna però riconoscere che quando questa follia viene messa in atto da un mostro sacro del calibro di Brooks, ci si può ragionevolmente attendere qualcosa di grandioso. Così è, infatti: sono novanta minuti di ritmo frenetico e gag a non finire, con alcuni momenti a dir poco irresistibili e un impianto comico a cavallo fra il nascente demenziale (quello dei vari Landis, Belushi o ZAZ, in esplosione di lì a poco) e il cinema di sapore slapstick dei fratelli Marx. A tal proposito - a parte l'evidente parallelo con il mutismo di Harpo - viene il sospetto che Brooks si ritagli volutamente un ruolo à la Groucho e lasci a Feldman e De Louise le parti dei rispettivi Harpo e Chico. Ma è solo una supposizione. La trama è abbastanza fragile, ma ciò che importa in un prodotto del genere è che si rida pressoché senza soluzione di continuità per l'intera durata: esplosivo insomma il copione che reca le firme del regista, di Rudy De Luca, Ron Clark e Barry Levinson. Geniale, infine, è ancora poco per descrivere l'idea del fare pronunciare l'unica parola di tutto il film all'artista silenzioso per eccellenza: il grandissimo mimo Marcel Marceau. Da sottolineare infine il lavoro per le musiche da parte di John Morris. 8,5/10.

La trama

Il regista fallito ed ex alcolizzato Mel Funn, insieme a due collaboratori, ha un'idea rivoluzionaria in mente: girare un film muto nel 1976. Il produttore cui si rivolge non è interessato, finchè Funn non gli propone un nutrito cast di stelle. A quel punto, però, il regista deve procurarsele per davvero: è così che si aggira per Hollywood contattando Burt Reynolds, Anne Bancroft, Paul Newman, Liza Minelli e altri ancora.

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