Regia di Giannetto Guardone vedi scheda film
Versione abbastanza d’antan del capolavoro collodiano, realizzata pochi anni dopo il lungometraggio della Disney. Il principale motivo di interesse sta nella fedeltà all’opera, così spudoratamente non seguita dallo zio Walt per ovvie ragioni (i significati morali di certe figure erano troppo “sofisticati” per un cartoon americano d’evasione). Ma ad oggi, a distanza di sessant’anni, sono solo due le emozioni che trasferisce: tenerezza per una messinscena buffa e maldestra (ma a suo modo all’avanguardia) e una certa noncuranza, che permette una visione senza farsi troppe domande. Abbastanza irritante il piccolo attore che interpreta Pinocchio, ma tutti gli altri personaggi non brillano certo per raffinatezza od originalità. Un po’ piatto, anche talora scialbo, ma la potenza del racconto di Collodi non di rado si sente. C’è anche un Vittorio Gassman poco più che ventenne alle prese con un personaggio più vecchio di lui e neanche troppo importante ai fini della storia. Si rimanda alla visione dell’edizione televisiva-cinematografica del 1972 diretta da Luigi Comencini, capolavoro di artigianato e semplicità, magia e realismo.
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