Regia di Sergio Sollima vedi scheda film
Sceneggiato culto della seconda metà degli anni '70, che fece conoscere al pubblico l'attore indiano Kabir Bedi.
Sceneggiato culto della seconda metà degli anni '70, che fece conoscere al pubblico italiano la bravura dell'attore indiano Kabir Bedi. Qui siamo di fronte ad una leggenda, anche se si tratta d'uno sceneggiato basato su diversi racconti di Emilio Salgari. Se Sandokan era un attore sconosciuto, conosciutissimi erano, invece, i co-interpreti, a cominciare da Philippe Leroy, nel ruolo di Yanez, l'amico fraterno portoghese di Sandokan e Adolfo Celi, nei panni del perfido, ma nello stesso tempo umano lord James Brooke, un rajah bianco atipico dalle precedenti incarnazioni del personaggio, che preferisce vestirsi come il personaggo inglese che interpreta, anche perché riesce ad essere crudele solo con le parole e mai brandendo pistole, o sciabole. Delicata e drammatica era la storia d'amore fra Sandokan e Marianna (una Carole André in parte) con il maggiore Fitzgerald della guardia inglese impersonato dal bravo Andrea Giordana che faceva da terzo incomodo, che faceva palpitare anche il mio cuore di piccolo tigrotto tv. Ottima la canzone degli Oliver Onions. Ai tempi, qualsiasi cosa uscisse fuori da questo sceneggiato tv si vendeva alla grande, come le magliette con i disegni di Kabir Bedi, che ebbi il piacere d'indossare quando avevo 6/7 anni. Ancora oggi si attende l'erede di Bedi, perché Sergio Sollima fece un lavoro così minuzioso di ricerca dell'interprete da oscurare i precedenti e, probabilmente, i sucessivi (se ci saranno) interpreti della Tigre di Mompracem. Ottimo il cast indiano, come anche quello italo-franco-tedesco. So di una versione cinematografica uscita in sala praticamente a ridosso dello sceneggiato tv, divisa in due parti; dei condensati mai trasmessi in tv perché le repliche dello sceneggiato erano molteplici che non era necessario portare i due film di montaggio in tv.
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