Regia di Luigi Vanzi vedi scheda film
Luigi Vanzi, che qui adotta lo pseudonimo anglofono Vance Lewis, è stata una figura minore del cinema nostrano, attivo quasi esclusivamente fra gli anni Cinquanta e i Sessanta. Nei Cinquanta si fece le ossa come assistente, fra gli altri di Steno e dell'Antonioni di Le amiche e de Il grido, mentre nei Sessanta girò personalmente qualche prodottino di genere di scarso risalto. Un dollaro tra i denti, nonostante la ben poca consistenza dell'opera in sè e l'altrettanto latitante fama in patria (quantomeno oggi), riscosse inizialmente un buon successo, per raggiungerne uno perfino maggiore come opera 'di culto' all'estero. Tant'è vero che lo Straniero, il personaggio qui interpretato dal semisconosciuto (e a ragione, senza dubbio) Tony Anthony, dai richiami evidenti alla trilogia del dollaro di Sergio Leone, venne riproposto in ben altre tre pellicole, due delle quali immediatamente successive (Un uomo, un cavallo, una pistola e Lo straniero di silenzio: sempre Vanzi, sempre Anthony, tutto nel giro di un anno!). Come già specificato, del resto, Un dollaro tra i denti non è esattamente un capolavoro; colpisce l'abbondante dose di violenza presente nella storia (sceneggiatura di Giuseppe Mangione/Jone Mang e Warren Garfield), ma effettivamente, dopo aver visto il Django (1966) di Sergio Corbucci, poco può sorprendere un lavoro di tale fattura. Nel cast anche Frank Wolff, Jolanda Modio, Aldo Berti, Raf Baldassarre. Tempi spesso dilatati, dialoghi scarni e poco presenti, come a voler allungare il brodo della trama fino a raggiungere il centinaio di minuti scarsi d'ordinanza. 2,5/10.
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