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Pearl Jam: Single Video Theory

Regia di Mark Pellington vedi scheda film

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La recensione su Pearl Jam: Single Video Theory

di mm40
6 stelle
Documentario sulla nascita del quinto album dei Pearl Jam, Yield. Eddie Vedder e soci si mettono a disposizione della macchina da presa sia per raccontare l'origine delle canzoni, sia per eseguirle in studio, durante le sessioni di registrazione.
 

La pecca essenziale, bisogna dirlo subito, è nella durata: solo 45 minuti scarsi di materiale, pochetto per i fans assetati di notizie e curiosità sui Pearl Jam, qui ripresi durante la gestazione del loro quinto album, Yield. E in effetti Single video theory è un prodotto destinato ai seguaci più accaniti della band e a pochi altri: Mark Pellington entra in studio mentre Eddie Vedder e soci stanno registrando i nuovi brani (fra i quali i più celebri saranno Given to fly, Wishlist e Do the evolution), li intervista e li riprende alle prese con le prove finali del materiale. Basta, non c'è altro, neppure un misero extra nel dvd. E dire che i PJ si sono sempre mostrati generosi all'eccesso con il loro pubblico, battendosi per mantenere bassi i prezzi dei biglietti dei loro concerti e cercando di evitare un'esposizione mediatica da egocentriche rockstar; Single video theory, per quanto sia un lavoro onesto e ben accurato, per quanto contenga informazioni interessanti e utili per i fans, va parzialmente contro i principi sino a quel momento espressamente sostenuti dal gruppo. Pellington aveva già diretto il videoclip di Jeremy (1992) per i PJ, oltre a One degli U2 (per cui aveva girato un simile documentario su Achtung baby), Rooster degli Alice In Chains, Tomorrow dei Silverchair e via dicendo; gli affezionati del batterista Jack Irons sapranno senz'altro che è questa l'ultima occasione per vederlo suonare nel complesso, che lascerà qualche mese dopo l'uscita di Yield, sostituito da Matt Cameron. 6/10.

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