Regia di Ennio De Concini vedi scheda film
Rimango esterrefatto da questa dimenticatissima operazione su Hitler, una co-produzioni italo inglese sostenuta da Wolfgang Reinhardt che produce, oltre partecipare alla sceneggiatura assieme allo stesso regista ed a Anna Maria Fusco., e tratto dal libro di Gerhard Boldt. Visto in circolazione di recente un film come La Caduta, diciamo pure che il confronto viene spontaneo, questo film in confronto a quello è un vero capolavoro. Certo i tempi non erano maturi per la popolazione tedesca per affrontare un tema come questo, lo stesso Visconti ebbe delle difficoltà per girare e distribuire La caduta degli Dei nel 1969, qui siamo qualche anno dopo, ma ancora la maturazione per un disastro storico come quello tedesco non era stata accetta, nel bene e nel male. Il titolo stesso ci ancora ad un periodo ristretto che ripercorre i momenti cruciali della disfatta di un tiranno sempre in preda all’esaltazione, come Hitler. Guinness supera sé stesso nel dare vita al dittatore, non risparmiando niente, e non si è mai perso in gigioneggiamenti o cadute di stile. Colpisce la sua fissità espressiva che non dà tregua e supera ogni barriera di comprensione; il discorso che il regista si era proposto era di far vedere la determinazione di questo personaggio nel proseguire fino all’estremo il suo progetto, ammettendo tutto anche la distruzione della Germania che viene anche rinnegata per la sua dimostrazione di debolezza. L’essere rinchiuso nel bunker gli fa evitare il contatto vero con la realtà e questa forma claustrofobica lo porta all’esaltazione estrema del suo io o super io, che persegue ormai da anni. Da valutare la fotografia firmata da Ennio Guarnieri che cromaticamente avvicina ed allontana i momenti del bunker con quelli dell’esterno, e va sempre valutato il grande valore del montaggio di Kevin Connor (Ho che Bella Guerra), che riesce a cucire perfettamente documenti originali con quelli della fiction in maniera mirabile e significativa.
una storia condensata negli ultimi giuorni di vita di Hitler
non era il vero debutto, anche se l'altro film girato era soltanto una piccola esercitazione, diciamo che questa è stata la sua vera prova, ma la delusione del risultato non lo ha fato continuare
una grandissimo attore in ruolo che avrebbe dovuto essere premiato con i massimi riconoscimenti
ottima caratterizzazione e un ottimo attore
asciutto e perfetto, assime a Gabriele Ferzetti
Ex moglie opprimente di Sean Connery, ma ottima attrice, qui lo dimostra con vera dignità
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